Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 3 dicembre: 23.225 nuovi casi e 993 morti
In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 1.664.829 persone (compresi guariti e morti) hanno contratto il virus Sars-CoV-2: i nuovi casi sono +23.225, +1,4% rispetto al giorno prima (ieri erano +20.709), mentre i decessi odierni sono +993, +1,7% (ieri erano +684), per un totale di 58.038 vittime da febbraio. Le persone guarite o dimesse complessivamente sono 846.809: +23.474 quelle uscite oggi dall’incubo Covid, +2,8% (ieri erano +38.740). E gli attuali positivi — i soggetti che adesso hanno il virus — risultano essere in totale 759.982, pari a -1.248 rispetto a ieri, -0,2% (ieri erano -18.715), e sono visibili nella quinta colonna da destra della tabella. Continuano a diminuire gli attuali positivi: un trend cominciato a fine novembre — sono in calo e con il segno meno davanti per la settima volta in autunno (vedi 23/11 , 25/11 e 27/11, 30/11, 1/12 e 2/12) — e dovuto al fatto che i guariti, sommati ai decessi, sono in numero maggiore rispetto ai nuovi casi. Un buon segnale, se non ci fossero così tanti morti.
Record di vittime in 24 ore dall’inizio dell’epidemia. È il dato più drammatico. Si tratta di numero mai registrato, che supera il picco massimo (l’unico oltre 900) di 969 decessi datato 27 marzo. La regione con il maggior numero di decessi è la Lombardia che registra 347 morti (il dato più alto della seconda ondata).
I tamponi sono stati 226.729, ovvero 19.586 in più rispetto a ieri quando erano stati 207.143. Mentre il tasso di positività è del 10,2%: vuol dire che su 100 tamponi eseguiti poco più di 10 sono risultati positivi; ieri era del 10%. Questa percentuale dà l’idea dell’andamento dei contagi, indipendentemente dal numero di test effettuati. Qui la mappa del contagio in Italia.
Più contagi in 24 ore, a fronte di più tamponi. Sono più di 20 mila per il secondo giorno di fila, dopo due giorni sotto questa soglia (vedi 30 novembre e 1 dicembre). Numeri alti (per il tracciamento), anche se siamo lontani dal periodo di picco (40 mila casi il 13 novembre con tasso del 16%), con il rapporto di casi su tamponi al 10.2% che si sposta di poco rispetto al 10% del giorno prima e forse si sta assestando. La curva epidemica ha iniziato la discesa, come evidenzia il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sui dati settimanali. Le restrizioni con il «sistema a colori» hanno funzionato, ma secondo il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta, c’è il timore che un «cambio di colore» troppo veloce delle regioni sia controproducente. Desta grande preoccupazione il bilancio delle vittime che sono più di 5 mila (5053) nell’ultima settimana.
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