Nuovo Dpcm, Bonaccini: «Regole decise senza confronto. Penalizzato chi vive nei piccoli centri»
di Maria Teresa Meli
Stefano Bonaccini,
alcuni presidenti di Regione protestano perché sostengono che il governo
non si è confrontato con loro sul Dpcm, il ministro Francesco Boccia
invece dice che non è così, che le Regioni sapevano tutto… Qual è la
verità?
«Il passaggio di giovedì era fissato da tempo ed era
stato preceduto da un confronto col governo due giorni prima. Dei
contenuti del decreto legge, però, abbiamo appreso solo nella tarda
serata di mercoledì e nella notte ci è poi arrivata la bozza del Dpcm,
con poche ore per definire osservazioni e proposte. Solo che il decreto
legge contiene le misure relative al periodo natalizio, e per sua natura
non permette integrazioni o aggiustamenti rispetto alle osservazioni
delle Regioni».
Sta dicendo che il governo ha sbagliato a intraprendere la strada del decreto?
«Voglio essere chiaro: è una strada legittima, ci mancherebbe, ma così non abbiamo potuto né discutere né condividere misure che avranno un impatto rilevante sui cittadini. Alcune di queste, peraltro, sono forse le meno comprese, penso all’impossibilità di uscire dai piccoli Comuni. In un momento come questo, prima di ogni cosa, servono confronto, collaborazione e unità. Se sto alla sostanza, le Regioni hanno approvato centinaia di ordinanze nel 97% dei casi conformi alle decine di Dpcm del governo, quindi dimostrando leale collaborazione. Ricordo che in questa seconda ondata della pandemia aziende e comparti produttivi lavorano sulla base di protocolli di sicurezza definiti dalle Regioni mesi fa e fatti propri dal governo. Lo stesso è avvenuto con le linee guida sulla scuola e i servizi per l’infanzia. Poi non sono responsabile di dichiarazioni o polemiche dei singoli, ma io sto riportando fatti, e atti, non opinioni. In ogni caso al ministro Boccia va riconosciuta la grande disponibilità sempre dimostrata al confronto».
Bonaccini, che cosa non la convince di quest’ultimo Dpcm?
«Partiamo da un presupposto: dobbiamo fare di tutto per evitare una terza ondata, non possiamo permettercela. I dati sul contagio migliorano, ma solo pensare al numero dei decessi dovrebbe ricordarci ogni istante la gravità della situazione, e spingerci tutti a dire basta alle contrapposizioni e alle polemiche. Gli spostamenti, purtroppo, vanno limitati: su questo siamo tutti d’accordo.
Pages: 1 2