Nuovo Dpcm, Bonaccini: «Regole decise senza confronto. Penalizzato chi vive nei piccoli centri»

Tuttavia, esiste un tema sociale, che riguarda le categorie più deboli: persone sole, altre in situazione di fragilità, anziani, i cui figli o parenti più stretti magari vivono e lavorano lontano o semplicemente nel Comune accanto. Dobbiamo assolutamente tutelarle e aiutarle. Anche la solitudine può uccidere, o rendere non degna la vita di chi non ha altro che l’affetto di un figlio. Inoltre, c’è un paradosso: ci si potrà muovere per decine e decine di chilometri all’interno delle grandi metropoli, ma non percorrere poche centinaia di metri tra piccoli Comuni, abitati da poche centinaia di persone. È questo il tipo di osservazioni che avremmo voluto presentare al governo, perché nessuno meglio di noi conosce il territorio. Tutto qua».

(Qui trovate il testo definitivo del Dpcm; qui tutte le regole per i festeggiamenti a Natale e Capodanno, e qui quelle sulla quarantena per chi rientra dall’estero)

Lei alle volte sembra più in sintonia con i governatori del Nord che non sono del suo partito, che con quelli del Pd come i presidenti del Lazio e della Campania Nicola Zingaretti e Vincenzo De Luca.
«Rispetto la posizione di tutti. Peraltro farei fatica ad essere d’accordo con altri presidenti del mio partito al Nord, visto che sono l’unico del Pd su otto Regioni, no?».

Il vicesegretario del Pd Andrea Orlando e anche il leader di Italia viva Matteo Renzi ritengono che lo stato centrale debba avere la supremazia sulla sanità rispetto alle Regioni. Lei che ne pensa?
«Dico solo una cosa: chiunque pensi di far gestire a Roma la sanità pubblica della nostra Regione, non troverebbe l’opposizione del sottoscritto, ma della gran parte degli emiliano-romagnoli. Se uno va bene a scuola non lo bocciano soltanto perché è stato bocciato qualcuno nella stessa classe. Più che ricette singole, serve un piano massiccio di investimenti per la sanità pubblica italiana, rafforzando, questo sì, il rapporto fra Stato centrale e territori. E mi creda, sulla sanità pubblica al centro della ricostruzione del Paese la sintonia con Nicola Zingaretti è piena».

Il Mes sanitario sembra ormai archiviato. Sia Luigi Di Maio che il premier Giuseppe Conte dicono che l’Italia non lo prenderà. La sua opinione?
«Quello che penso io, lo sanno tutti. I fondi europei che il Mes ci mette a disposizione per la sanità andrebbero utilizzati immediatamente: oltre 30 miliardi di euro a interessi negativi, da spendere esclusivamente sulla sanità pubblica. Quando mai abbiamo avuto una simile possibilità? In Emilia-Romagna sapremmo come utilizzarli: nuovi ospedali, case della salute, assistenza domiciliare, apparecchiature di ultima generazione, nuove assunzioni. Lo stesso dovrebbe avvenire in tutto il Paese».

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