Spostamenti vietati: vince la linea dura. Posti di blocco e controlli con i droni
di ANTONELLA COPPARI
Roma, 5 dicembre 2020 – Nessuna deroga. La diga del governo resisterà alle pressioni di governatori, sindaci, opposizione e di un pezzo di maggioranza. Il confinamento nel comune di residenza a Natale, Santo Stefano e Capodanno resta un punto fermo, considerato irrinunciabile. E altrettanto le limitazioni alla visita dei parenti anziani, purché autosufficienti. A convincere, in realtà, non sono state le polemiche e il chiacchiericcio ma le crudeli cifre.
Le tentazioni di ammorbidire le regole, semmai ci sono state, vengono dissipate dal raggelante elenco di morti di giovedì. Ieri è andata meglio solo in apparenza, c’è stata qualche vittima in meno ma i numeri dei contagio sono più alti. Per il governo è la prova provata che, senza limiti molto drastici alla circolazione, le festività natalizie diventerebbero una bomba destinata a esplodere.
E dunque nessuna possibilità di uscire dal proprio comune in quei tre giorni. Anche se conta 30 anime come Morterone (Lecco). Anche se in quello accanto c’è tutto il resto della famiglia. O un parente stretto avanti negli anni: se non ha bisogno di assistenza (intesa pure come esigenza che qualcuno gli porti a casa spesa o medicine) non si può andare da lui. È il meccanismo in vigore oggi nelle zone rosse e arancioni. E dunque, uno si può spostare – previa autocertificazione – solo se ha motivi di necessità, lavoro o salute. Chi sgarra rischia una multa salata, che va da 400 a 3000 euro.
La speranza che tra le pieghe delle faq venga infilata la mobilità tra piccoli comuni evapora all’ora di pranzo. In attesa che Palazzo Chigi pubblichi le risposte alle domande più frequenti sulle nuove misure, naturalmente, gli ottimisti inguaribili possono continuare a nutrire illusioni, ma non ci sono segnali di questo tipo, ammettono gli aperturisti del Pd guidati dal senatore Andrea Marcucci. Naturalmente, chi è andato nella seconda casa può tornare nell’abitazione in cui risiede anche nei tre giorni caldi, purché sia ubicata nella stessa regione. Assicurano dal Viminale che i controlli saranno ancora più rigorosi del solito: 65-70 mila uomini delle forze dell’ordine già in pista cui si aggiungeranno i 7.800 militari delle ’strade sicure’. Il problema non sono solo i tre superfestivi ma l’intero periodo che va dal 21 al 6 gennaio, considerato da bollino ’rosso’.
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