Confindustria lancia l’allarme. Persi 500mila posti di lavoro

Antonio Signorini

Con il Natale in versione ridotta, stretto tra i rischi della pandemia e le limitazioni decise dal governo, a soffrire non saranno solo tradizioni e famiglie.

Il blocco dei trasferimenti tra le Regioni e, ancora di più, quello dei movimenti tra Comuni farà perdere alle strutture turistico-ricettive 10,3 milioni di turisti, soprattutto quelli italiani. Confturismo Confcommercio ha stimato che non usufruiranno di strutture e servizi turistici 6,4 milioni di italiani e 3,9 milioni di stranieri. Avrebbero speso non meno di 8,5 miliardi di euro, stima la confederazione degli esercenti.

Cifra che considera solo il turismo e che rende bene l’idea di quanto siano insufficienti le risorse messe in campo dal governo per tamponare le conseguenze economiche della seconda ondata.

Il tema delle risorse scarse o poco mirate è destinato a tenere banco nei prossimi mesi. Già nei giorni scorsi i giornali economici tedeschi – sulla scorta delle difficoltà politiche dell’Italia – hanno criticato l’inefficacia delle misure del governo.

Ieri la Cgia di Mestre si è concentrata sul decreto Ristori e ha calcolato come i trasferimenti dello Stato a professionisti e aziende colpite dalla crisi coprano a stento il 25% delle perdite. «Lo sforzo economico messo in campo dal governo Conte non ha precedenti. Dall’inizio della crisi pandemica fino a oggi, le risorse direttamente a sostegno delle imprese italiane ammontano a circa 35 miliardi di euro. Nonostante ciò, questi aiuti sono stati, per la gran parte dei destinatari, del tutto insufficienti», spiega il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo, secondo il quale «non è pertanto da escludere che almeno 350mila piccole e micro aziende di questi settori chiuderanno definitivamente la saracinesca entro la fine di questo mese, lasciando senza lavoro almeno 1 milione di addetti».

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