Confindustria lancia l’allarme. Persi 500mila posti di lavoro
Bilancio negativo delle politiche pubbliche anche per un’altra associazione imprenditoriali. Unimpresa ha calcolato che la cifra effettiva che il governo ha destinato alle misure per far fronte alle conseguenze del Covid, nell’ambito delle nuove spese a carico del bilancio pubblico inserite nella manovra per il 2021, sono appena 7 miliardi di euro, su 79,2 miliardi complessivi, in tre anni, quasi tutti, ovvero 6,8 miliardi, concentrati nel prossimo anno e altri 210 milioni nel biennio 2022-2023
Per la riforma fiscale ci sono 3 miliardi di euro il prossimo anno e 18 complessivi nel 2022. «I dati dimostrano che il governo guidato da Giuseppe Conte non è in grado di gestire l’emergenza e che l’anno prossimo andremo incontro a un disastro economico», commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Torna a criticare il governo anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi: «Ad oggi si sono persi circa mezzo milione di posti di lavoro dall’inizio della crisi. Non sono solo le nostre stime, ma anche di altri. Speriamo – sottolinea – di essere smentiti, è una delle volte in cui speriamo che i nostri numeri siano sbagliati».
Bonomi auspica la fine del blocco dei licenziamenti, «perché vorrebbe dire aver superato fase più acuta crisi pandemica facendo ripartire il Paese». Pollice verso sul nuovo interventismo statale: «Lo Stato negli ultimi decenni non ha dimostrato di essere un grande industriale, perché dove è entrato in quota di maggioranza non ha portato risultati positivi». L’auspicio è che le imprese siano coinvolte maggiormente nelle decisioni.
IL GIORNALE
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