Una compagine precaria con navigatori a vista

Magari il calcolo, se davvero di questo si tratta, a breve termine può funzionare; ma accentua il logoramento della coalizione. Presentarsi come gestore insostituibile di questa fase drammatica per motivi di forza maggiore moltiplica la voglia di alcuni alleati di tirare la corda al massimo nella sfida al proprio governo. Risultato: molte idee e iniziative, a volte peraltro poco convincenti, vengono respinte o comunque rimesse in discussione. Le riunioni del Consiglio dei ministri collezionano rinvii per mancanza di accordi, mentre la popolarità del premier e del governo declinano con lenta ma inesorabile costanza.

Esito secondario, più preoccupante: l’Italia è in ritardo sui progetti sui quali la Commissione europea dovrà decidere di assegnare gli aiuti. Le restrizioni della libertà imposte al Paese a causa dei contagi continuano a ricevere l’approvazione di gran parte dell’opinione pubblica, è vero. In uno sfondo di scetticismo crescente, però. Il rischio non è solo quello di una sconnessione tra premier e maggioranza, tra partiti di governo, e tra Roma e le Regioni. Il pericolo è che l’esecutivo venga percepito come una compagine precaria, litigiosa e dominata solo dall’assillo di durare. Significherebbe indurre a credere sempre meno ai segnali d’allarme provenienti da un governo di navigatori a vista, convinti o illusi di essere inaffondabili.

Anche se per ora forse lo sono, i margini per furbizie e manovre dilatorie si stanno restringendo. Occorrerebbe un’opposizione credibile e in grado di costringere la maggioranza a fare il proprio dovere. Invece, purtroppo anche il centrodestra appare prigioniero del proprio miope istinto di sopravvivenza.

Ma così si condanna a un ruolo di contrapposizione sterile, con una deriva antieuropea che, invece di pungolare gli avversari, offre alibi e ossigeno alle forze del populismo più retrivo: fuori e dentro al governo. Eppure, sarebbe il momento di valutare a mente fredda i rischi e le incognite di una consunzione politica assecondata e favorita pensando, al contrario, di scongiurarla.

CORRIERE.IT

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