I virologi del “sarà terribile”. Pessimisti, disfattisti o menagramo?
di ALESSANDRO MILAN
Bisognerebbe ripartire dai cari vecchi proverbi. Come quello che invita a guardare il bicchiere mezzo pieno. Spieghiamolo a quei virologi che con faccia seriosa e voce grave compaiono ogni giorno in tv per ammonirci che il peggio deve ancora venire. Già i tempi sono grami, con molte vittime e milioni di italiani che si chiedono se l’anno prossimo riusciranno a conservare la salute e il lavoro. In questo quadro a tinte fosche, ci mancava il pessimismo distillato goccia dopo goccia. Tu sei lì a scervellarti per capire dall’ultimo dpcm chi invitare a pranzo a Natale e compare Crisanti ad ammonirti: “Il peggio avverrà dopo le feste, con questi numeri non potremo riprendere una vita normale”.
Dopo un attimo di scoramento, cerchi di farti forza, pensi a come organizzare un saluto fugace al nonno a cui tieni tanto, e spunta Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza: “Dicembre e gennaio saranno mesi terribili”. Ricciardi non è nuovo a uscite simili. Di recente aveva ammonito che “questo virus è poco letale, ma potrebbero essercene altri in futuro. Se non cureremo l’ambiente, esso risponderà portandoci all’estinzione”. Nientemeno.
Insomma, uno non fa in tempo a guardare il bicchiere mezzo pieno sui tassi di letalità non elevati, che Ricciardi fa piombare la grande mietitrice sul collo, in un perenne “ricordati che devi morire”.
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