Mes, Renzi: «Io non cedo, Conte faccia un passo indietro. Pronti a non votare la legge di Bilancio»
Il leader di Iv nega che questo sia l’ennesimo capitolo di uno scontro tra lui e Conte. Al contrario. Un mese fa i due avevano incominciato a costruire un rapporto diretto. Prima il ritorno di Renzi a Palazzo Chigi, da non presidente del Consiglio, insieme agli altri leader della maggioranza; poi un faccia a faccia, richiesto dal premier, in cui i due si erano parlati per due ore e mezza. Nella ricostruzione fatta da Renzi agli amici più stretti, l’«avvocato» si era spinto fino al chiedergli del suo futuro personale: «Ma tu, che vuoi fare?». «Io non voglio nulla», aveva risposto Renzi. E quando la discussione era finita sulla guida della Nato, aveva frenato il suo successore: «Non facciamoci illusioni sul peso dell’Italia in quella scelta. Quella casella la decide la Casa Bianca».
Il clima di reciproca confidenza si è rotto quando è spuntata fuori la storia della task force del Recovery fund. Uno scambio incrociato di messaggi, poi il gelo. «Vedete», è l’adagio di Renzi delle ultime ore, «se Conte è tranquillo su di me, è solo per un motivo: perché crede che io sia quello che urla “al lupo, al lupo”. Ma se arriva in fondo con questa idea delle task force sui fondi europei, capirà che non è così. Mi sono fermato a febbraio per il coronavirus, ho lasciato stare la questione della sfiducia a Bonafede perché il Paese aveva altre urgenze. Ora su questo non mi fermo…». A torto o ragione, il leader di Iv è convinto di avere diviso il Pd in tre tronconi. Quelli che sono d’accordo con lui, quelli che sono d’accordo con Conte, quelli che aspettano. Ed è anche convinto che il Pd, alla fine, dovrà uscire allo scoperto. Uno dei suoi gli ha chiesto che cosa vede in fondo al tunnel, nel caso in cui Italia viva esca dalla maggioranza. «O Conte fa il governo ter senza di noi, ma la vedo dura che fuoriusciti di Forza Italia gli diano una mano, o si arriva a un governo tecnico, Draghi o chi per lui. Oppure non lo sapremo mai, perché Conte decide di fermarsi prima. Lui, perché io stavolta non mi fermo».
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