Ecco perché la resa dei conti è solo rinviata
di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS
Al di là del fragile accordo trovato ieri sera sul Mes, la votazione al Senato sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità non riserverà sorprese. Il governo non cadrà oggi, ma la crisi politica del Conte II è ormai evidente e con ogni probabilità si attende solo l’approvazione della legge di Bilancio per dare una veste anche formale a una situazione di impasse e di incomunicabilità tra le forze che compongono l’esecutivo. Una crisi che investe tutto il sistema politico, riguardando maggioranza e opposizione, e che per come si sta dipanando – nel mezzo della discussione europea sugli aiuti per la pandemia, ricordiamolo, non ancora “bonificati“ – potrebbe riservarci sgraditissime sorprese.
Da una parte c’è una maggioranza guidata da un premier che a forza di parlare con Biden e la Merkel ha maturato una considerazione di sé e dell’indispensabilità della sua persona sproporzionata a un politico privo di una forza che in qualche modo lo protegga, e crede di poter gestire in proprio, o per tecnici interposti, la più grande operazione di rilancio del Paese dal dopoguerra, simile solo (absit iniura verbis) a quella che negli anni Cinquanta fu condotta da Fanfani e De Gasperi con il sostanziale concorso dell’opposizione comunista. C’è un Pd che non è contento della governance dei fondi europei pensata da Conte, è pervaso da singole aspirazioni ministeriali di alcuni dei suoi big ma è bloccato da una leadership debole e dalle numerose ambizioni quirinalizie dei propri maggiorenti.
C’è poi Matteo Renzi, che avrà pure pochi consensi elettorali ma non pochi parlamentari e che da istintivo qual è non difetta di lucidità, coraggio e fiuto. E che, manco a dirlo, non è per niente soddisfatto del Conte II. Renzi ha compreso l’errore del premier sulle task force e spalleggiato da alcuni nel Pd ha deciso di andare fino in fondo, con l’obiettivo di un nuovo governo, guidato da un altro presidente del consiglio. Gli hanno permesso di tirare un rigore a porta vuota e lui lo vuol tirare.
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