Parigi e Berlino corrono sulla vaccinazione. Pfizer pronta, soltanto l’Italia è in ritardo
E non dovrebbe essere il processo autorizzativo. “I vaccini – osservano all’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco – verranno autorizzati mediante procedura centralizzata dall’Ema, che lavora in rete con le autorità competenti di ciascuno Stato membro. L’autorizzazione così ottenuta sarà valida in tutti i paesi Ue. Il parere espresso dall’Ema verrà trasmesso all’Ue che emanerà una decisione definitiva, con carattere vincolante per tutti gli Stati membri. La validazione italiana sarà pressoché immediata ma, ad ora, non ci sono basi per indicare un giorno preciso”.
Quanto all’Ema, la direttrice Emer Cook ha detto l’altroieri che “la visione preliminare dei dati che abbiamo ricevuto è positiva per quanto riguarda efficacia e sicurezza” e che “probabilmente ci esprimeremo il 29 dicembre per Pfizer e il 12 gennaio per Moderna”. La congiunzione astrale sembra positiva. E se sarà così, perchè attendere metà gennaio?
“I tempi si devono stringere – osserva l’immunologo Roberto Burioni – perchè ogni giorno ci sono persone che si ammalano, persone che muoiono e l’economia che rimane in ginocchio. Cosa vogliamo, aspettare? Se l’Ema approverà il 29, e mi dicono che l’approvazione potrebbe anche essere anticipata, io credo che dovremmo iniziare appena possibile”. “La vaccinazione – prosegue Burioni – va fatta in una struttura qualificata, con le dovute precauzioni, ma non è una operazione complessa. Non vedo ragioni per le quali rinviarla di un paio di settimane dalla disponibilità teorica. Dal punto di vista scientifico quando enti indipendenti come Fda ed Ema, che seguono procedure diverse ma rigorose, dicono che il vaccino è efficace e sicuro, per me non c’è alcuna ragione per attendere. Non possiamo e non dobbiamo perdere tempo. Sarebbe intollerabile”.
Con la prima trance di vaccini Pfizer che giungerà in italia a gennaio (poco più di 3,4 milioni di dosi) si conta di vaccinare 1.874.000mila italiani che verranno scelti tra gli operatori sanitari e parasanitari (1.404.037), il personale e gli ospiti delle Rsa (570.287), e poi gli ultraottantenni (4.442.048) con preferenza a chi ha più di una patolgia cronica, secondo una lista che si sta approntando. La vaccinazione proseguirà a febbraio e marzo, mano a mano che arriveranno altri milioni di dosi e si allargherà poi ad altre fasce della popolazione.
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