Governo, Renzi: «Conte chieda scusa o sarà crisi». Bonafede: «Minaccia irresponsabile»
Che cosa intendesse il premier con «istanze molto critiche» è evidente scorrendo le pagine del quotidiano spagnolo El Pais. È a quel giornale che il leader di Italia viva Matteo Renzi affida parole estremamente dure, invitando Conte a «chiedere scusa» e ritirare la proposta di una cabina di regia per la gestione del Recovery fund: «Altrimenti ci sono i numeri per eleggere un nuovo esecutivo. Prima di arrivare a questo, mi
piacerebbe che il presidente del Consiglio recuperi la tranquillità e
venga in Parlamento per cambiare tutto». Non è un «problema di posti nel
governo», premette Renzi, che pure «sono stati offerti» a Italia viva,
ma «il meccanismo di dibattito previsto dalle regole istituzionali non
può essere sacrificato con un piccolo accordo. Non posso accettarlo»,
scandisce il leader di Iv che ribadisce la centralità del suo partito,
«siamo decisivi per il governo».
Bonafede: «Attacco irresponsabile»
Dura è arrivata la risposta del capodelegazione M5S e ministro della Giustizia Alfonso Bonafede:
«È irresponsabile attaccare il Governo di cui si fa parte, per di più
da un quotidiano estero, minacciando addirittura una crisi mentre il
Consiglio europeo è ancora in corso e l’Italia sta facendo valere le
proprie ragioni. Questo vuol dire indebolire deliberatamente l’Italia a
livello internazionale. Non solo non è accettabile, ma è irrispettoso
nei confronti di tutti gli italiani».
La posizione di Zingaretti e Bettini
Il leader del Partito democratico, Nicola Zingaretti, aveva giovedì invitato tutti — nel governo e nella maggioranza — a «fare un passo avanti», mettendo da parte «irresponsabili rigidità e incomprensioni». La crisi, insomma, non sembra più solo una minaccia di Renzi: ma anche il timore di chi, tra i democratici, ritiene che le tensioni tra i partiti su troppi fronti possano portare a una caduta dell’esecutivo «al buio». Tanto che Goffredo Bettini, uno dei consiglieri più ascoltati da Zingaretti, in una intervista al Corriere spiega che «sulla proposta che la maggioranza dovrà approvare in Parlamento occorre una convergenza convinta delle forze sociali e dei partiti che sostengono Conte. Ci vuole collegialità: le risorse che abbiamo a disposizione una volta consumate non torneranno più. Va colta, da tutti, la solennità del momento. Se l’attuale esecutivo dovesse implodere, per ragioni interne e non a causa dell’opposizione, sarebbe secondo me impossibile continuare la legislatura con altre soluzioni. Nessuno sarebbe più in grado di mettere in piedi ipotesi credibili. A quel punto ritengo inevitabili le urne. E tutti dovranno rispondere della propria parte di responsabilità nell’aver portato il Paese, in un momento così delicato, all’avventura di nuove elezioni».
CORRIERE.IT
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