Diciotto ostaggi della Libia. E del silenzio

Il timore, però, è che la sorte di questi uomini non interessi a nessuno, se non ai loro cari. Non sono persone importanti, non erano lì per un ideale, non sono abbastanza di tendenza per giustificare una sfilata pacifista, un sit-in o un tweet degli indignati di professione. Sono, sempre parole del vescovo siciliano, “vite di periferia, semplici marittimi, persone che nell’immaginario collettivo non contano”. Ecco, cominciamo da qui, dal riconoscere loro la giusta dignità.

Iniziamo dal ricordare i loro nomi: Vito Barracco, Daffe Bavieux, Mohammed Ben Haddada, Hedi Ben Thameur, Lysse Ben Thameur, Salvo Bernardo, Giovanni Bonomo, Jemmali Farth, Fabio Giacalone, Giacomo Giacalone, Onofrio Giacalone, Indra Gunawan Giri, Mohamed Karoui, Pietro Marrone, Habib Mathlouthi, Moh Samsudin, Ibrahim Sarr, Michele Trinca.

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