Caso Gregoretti, Salvini in aula: “A processo per aver salvato vite”
Catania, 12 dicembre 2020 – “Interverrò in aula riportando alcuni dati del mio ministero. Abbiamo salvato vite e protetto un paese, quello che non è accaduto dopo, perché dopo di me ci sono stati morti annegati, diritti negati”. E’ quanto ha dichiarato il leader della Lega, Matteo Salvini,entrando nell’aula bunker di Bicocca a Catania per il caso Gregoretti. E’ in corso, infatti, la seconda udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio per sequestro di persona dell’ex ministro dell’Interno, per i ritardi nello sbarco da nave Gregoretti di 131 migranti ad Augusta, il 31 luglio 2019. “Mi dispiace solo di dovere far perdere tempo a giudici, avvocati, forze dell’ordine – ha continuato Salvini -, in un’aula bunker che solitamente è impiegata per processi di mafia. Io sono un cittadino italiano rispettoso di quello che la giustizia mi chiede per rispondere di quello che avevo promesso agli italiani di fare: bloccare il traffico di esseri umani e il business dell‘immigrazione clandestina senza fare male a nessuno”. E ha aggiunto: “Sono curioso di sentire cosa diranno in aula Conte, Di Maio, Toninelli e gli altri ministri che con me condividevano questa linea“. “Il video in cui il premier Giuseppe Conte parla del governo e del ruolo dell’esecutivo nella decisione sugli sbarchi in Italia di migranti come idea condivisa è nella memoria difensiva già depositata agli atti del procedimento”, ha aggiunto l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Salvini, prima di entrare in aula.
Salvini è accusato di avere, “abusando dei poteri” da allora ministro dell’Interno, “privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo della Gregoretti dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio”. Nell’aula bunker del carcere di Bicocca, davanti al Gup, Nunzio Sarpietro, che li ha convocati come testimoni, sono stati chiamati a deporre gli ex ministri dei Trasporti, Danilo Toninelli, e della Difesa, Elisabetta Trenta. “La linea del governo era di fare interessare gli altri Stati europei al collocamento dei migranti – ha detto Toninelli -. Ma ogni sbarco era un caso a parte”. E ha aggiunto: “E’ in corso un tentativo di addossare su di me, sul ministro ai Trasporti, una scelta, che è solo del ministro dell’Interno. E’ stabilito dalle norme che per l’assegnazione del porto sicuro c’è un mandato unico al ministro dell’Interno che è il responsabile. Stiamo assistendo, invece, al tentativo di scaricare tutto sul ministero dei Trasporti, da parte di un uomo che diceva di difendere i confini italiani, che era l’uomo forte al governo”.
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