Coronavirus, le ultime notizie dall’Italia e dal mondo sul Covid

Ore 15.40 – Un’infermiera New York la prima vaccinata in Usa
È partita la campagna di vaccinazioni contro il coronavirus negli Stati Uniti. Le prime dosi del vaccino Pfizer sono state somministrati agli operatori sanitari e al personale delle case di cura. Stando a quanto riporta Abc, tra le prime persone vaccinate c’è un medico del Northwell Lij Medical Center di Long Island a New York, che ha ricevuto la dose del farmaco durante un evento in live streaming con il governatore di New York, Andrew Cuomo. Tra gli altri a ricevere il vaccino anche un’infermiera di terapia intensiva dell’ospedale.

Ore 15.15 – Mattarella: «Oggi più che mai serve uno sforzo collettivo»
«Solo uno sforzo collettivo, solo un multilateralismo efficace, potranno consentire alla Comunità internazionale di superare questa emergenza e di affrontare sfide globali, dai cambiamenti climatici, ai flussi migratori, alla digitalizzazione e a quella, oggi più che mai attuale, della costruzione di società resilienti». Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione del 60esimo anniversario dell’accordo istitutivo dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse).

Ore 15 – Usa, Trump ritarda il piano per i primi vaccini alla Casa Bianca
Donald Trump cambia il piano per includere i dirigenti della Casa Bianca tra i primi a ricevere il vaccino anti Covid della Pfizer, in distribuzione da oggi negli Usa. «Le persone che lavorano alla Casa Bianca dovrebbero ricevere il vaccino un po’ più tardi nel programma, salvo specifiche necessità. Ho chiesto che sia fatta questa modifica», ha twittato. Non è chiaro perché il presidente voglia cambiare il piano per il suo entourage, che era stato confermato anche dal consiglio di sicurezza nazionale per rafforzare la fiducia dell’opinione pubblica.

Ore 14.22 – Cts a Governo, per Natale servono misure rigide
Servono misure più rigide, estese a livello nazionale, per evitare che le vacanze di Natale si trasformino nella premessa di una devastante terza ondata a gennaio. È quanto gli esperti del Comitato tecnico-scientifico avrebbero ribadito al Governo nella riunione con il premier Conte e i capigruppo. Gli scienziati avrebbero ripetuto la contrarietà ad allentare le restrizioni, in particolare gli spostamenti tra comuni, sottolineando invece la necessità di stringere le maglie nei giorni più a rischio delle ferie natalizie, specie dopo le immagini degli assembramenti di ieri nelle città italiane. I numeri, è il ragionamento dei tecnici, non consentono rilassatezze e sono ben diversi da quelli che si registravano all’inizio dell’estate, quando le riaperture trovarono una curva epidemica ridotta ai minimi termini. Oggi che l’incidenza è ancora altissima, 193 casi per 100mila abitanti (quando la soglia ritenuta di rischio è 50), e il tracciamento dei contatti è di fatto saltato da due mesi (senza contare un sistema sanitario ancora sotto stress), non è pensabile, secondo gli esperti, dare il segnale di un’apertura generalizzata che renderebbe oltretutto impossibile, come si è visto ieri, il controllo capillare in vie e piazze, nonché sui mezzi pubblici.

Ore 14.10 – Zaia: «Divieto assembramenti non è per Dpcm, ma per legge. Arduo vincere la battaglia, se non c’è la collaborazione dei cittadini»
«Il divieto degli assembramenti non è per Dpcm, ma per una legge del 16 maggio scorso. Dovremmo fare un’ordinanza che impone questa legge?». Così ancora Zaia, dicendosi «particolarmente adirato» per «le masse di persone che si riversano nelle città e i nei luoghi turistici delle montagne della Regione», soprattutto nei fine settimana. «Ho visto uno spettacolo immondo: nonostante la crisi, il collasso della sanità, è indescrivibile. Pensano che questo sia il virus dei vecchi», ha sottolineato. «E poi, i controlli chi li deve fare?», si è chiesto il governatore del Veneto, secondo il quale «alla luce di tutto quello ai chi sta assistendo, è arduo vincere una battaglia se non c’è la collaborazione dei cittadini». In Veneto nelle ultime 24 ore si registrano 2.829 nuovi casi e 26 decessi. Salgono i ricoveri: 2.894 le persone totali in area non critica (+36) e 373 in terapia intensiva (+4).

Ore 14.05 – Al via controlli per chi arriva in Sicilia.
Il governatore Musumeci: «Esempio di efficienza»
Sono partiti, stamane, i controlli dei viaggiatori in arrivo in Sicilia, così come disposto dall’ordinanza del presidente della Regione, Nello Musumeci, per limitare il contagio del Covid nell’Isola. Il governatore, per rendersi conto personalmente della situazione, si è recato in mattinata all’aeroporto Fontanarossa di Catania, dove ha incontrato gli operatori del Servizio sanitario regionale che effettueranno i tamponi rapidi ai passeggeri. «Nel primo giorno di avvio della mia ordinanza – ha detto – ho verificato l’efficienza e l’organizzazione perfetta che abbiamo predisposto, in collaborazione con la società che gestisce lo scalo di Catania e la stessa cosa vale per l’aeroporto di Palermo» «Non ci sono file, non c’è ressa, i passeggeri sono soddisfatti – ha aggiunto -, la comunità siciliana è rassicurata dal fatto che chi rientra in Sicilia deve dimostrare di non essere positivo al Covid. Possiamo affrontare questo periodo natalizio con serenità, ma anche con grande senso di responsabilità. Stiamo dando un esempio di grande efficienza».

Ore 14.03 – L’asssessore alla Sanità della Puglia, Lopalco:
«Nuove misure per Natale? Autoregolazione non basta»
«Durante il periodo natalizio esistono due elementi di criticità: gli assembramenti legati allo shopping e il rischio di riunioni familiari frequenti e numerose. Entrambi questi elementi destano preoccupazione. La speranza che i cittadini riescano ad autoregolarsi viene meno dopo le immagini degli ultimi giorni. In assenza di una efficace campagna di comunicazione che spieghi con forza il rischio legato a questi comportamenti, purtroppo la scelta di ulteriori misure restrittive sembra una strada da percorrere». A dirlo all’Adnkronos è Pierluigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità della Puglia, in merito a una nuova possibile stretta del Governo.

Ore 13.52 – Zaia: «Pericolo aprire le scuole il 7 gennaio, senza sicurezza»
«Mentre la Germania sta per decidere un lockdown totale noi pensiamo di aprire le scuole dal 7 gennaio. Se non viene garantita la sicurezza ho l’impressione che andiamo a farci male». È questo il monito lanciato dal presidente del Veneto, Zaia, oggi nel corso del punto stampa. «La scuola deve essere in presenza, ma in un quadro epidemiologico sicuro — ha avvertito il governatore — perché tutte le indagini epidemiologiche internazionali ci dicono che il rischio di contagi avviene proprio anche con i bambini a scuola e poi trasmettono in virus in famiglia».



Ore 13.48 – Il Brasile si avvicina ai 7 milioni di contagiati.
In media oltre 40mila al giorno, con un aumento del 20%
Il Brasile ha superato i 6,9 milioni di contagiati da coronavirus e questa settimana potrebbe raggiungere i 7 milioni di casi, data la media attuale di oltre 40 mila al giorno: lo si evince dai dati delle segreterie sanitarie dei governi statali. Tra sabato e ieri sera sono stati registrati 6.901.990 infetti, di cui 21.395 nelle ultime 24 ore. La media dell’ultima settimana è stata di 42.721 contagiati, con un aumento del 20% rispetto alla media registrata due settimane fa.


Ore 13.45 – La proposta di San Marino: «Chi non vuole fare il vaccino per il Covid, pagherà le cure quando si ammalerà»
A San Marino i cittadini che sceglieranno di non fare il vaccino per il Covid, quando questo sarà disponibile, gratuito ma non obbligatorio, dovranno pagarsi le cure di tasca propria qualora dovessero ammalarsi per il Coronavirus. È questa la proposta del segretario di Stato Roberto Ciavatta, su cui il governo sammarinese, il Congresso di Stato, sta ragionando e prenderà in breve tempo una decisione.


Ore 13.32 – Il monitoraggio: «Calo mortalità frena in ultima settimana novembre. In aumento o stabile al Nord, in lieve calo al Centro-Sud»
Dopo il calo delle settimane precedenti, dal 25 novembre al 1 dicembre la mortalità da Covid in Italia rimane stabile o in lieve aumento nelle città del nord (Venezia, Verona, Padova), e in lieve decremento al centro-sud. Rispetto alla settimana precedente c’è stato un calo dell’eccesso di mortalità a Roma (+47% rispetto al 60% del 18-24 novembre) e Palermo(48% rispetto al 59% del 18-24 novembre). A Genova (+76%), Torino (+112%) e Milano (+45%) l’eccesso di mortalità dal 25 novembre al 1 dicembre è in linea con i valori della settimana precedente. Lo indica il monitoraggio Andamento della mortalità giornaliera nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid dal 1 settembre al 1 dicembre 2020 pubblicato dal Ministero della Salute.

Ore 13.26 – Il sindaco di Bologna, Merola: «Servono misure chiare e definitive. Aspettiamo provvedimento dal Governo, poi valutiamo»
«Io mi auguro che ci siano provvedimenti più stringenti, soprattutto mi auguro che siano definitivi e chiari, perché è inutile prendersela con i cittadini». A parlare il sindaco di Bologna, riguardo agli assembramenti dello scorso weekend e all’ipotesi di nuove restrizioni. «Quando si allentano le misure è ovvio, sotto Natale, che la gente esce, perché non ne può più. Devo dire – ha aggiunto – che la maggioranza dei bolognesi sta applicando le norme, con mascherine e distanze. È evidente che se allarghi e poi dai degli incentivi per fare la spesa nei negozi ti devi aspettare che ci siano problemi di assembramento. Io mi auguro che ci sia un provvedimento del Governo definitivo, con chiare assunzioni di responsabilità perché vi assicuro che la Polizia locale è al massimo dei controlli possibili». Merola ha, poi, ribadito di essere in contatto quotidiano con il prefetto: «Aspettiamo provvedimenti governativi, ma pensiamo di concentrare la nostra attenzione, se non cambia di nuovo il quadro, chiedendo la collaborazione ai nostri esercenti in particolare ai bar e ristoranti, per applicare le misure anti affollamento e le regole sanitarie. Mireremo ulteriormente i controlli su questo, ma è importante che ci sia una parola definitiva».

Ore 13.22 – Giani: «I dati della Toscana legittimano la richiesta di zona gialla. Gran parte dei nostri Comuni sono senza contagi»
Il dato di 445 nuovi positivi Covid oggi in Toscana «legittima anche una possibilità di movimento che è quella che io auspico con la zona gialla». Così il presidente della Regione, Eugenio Giani. «La gran parte dei Comuni della Toscana non hanno contagi, e alcuni di questi non li hanno da giorni», ha aggiunto. «Se siamo arrivati ad avere stamani semplicemente 445 contagi, ovvero un dato che se andiamo a guardare in rapporto alla popolazione ci mette chiaramente fra le 4-5 regioni più virtuose d’Italia, è perché abbiamo lavorato molto sul tracciamento, mettendo a disposizione quelle 500 persone che abbiamo raccolto dalle liste della Protezione Civile per organizzare un tracciamento che ci ha consentito di isolare, quindi prevenire e mettere in condizione il contagio di diffondersi solo con lentezza rispetto alle altre situazioni». E ha aggiunto:
«Io mi rimetto a loro, decidono loro: è inutile fare azioni che poi compromettono la trasparenza e la correttezza del dialogo». Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, parlando del dossier inviato all’Iss per chiedere il passaggio della Toscana in zona gialla Covid.

Ore 13.19 – De Luca: «Con riapertura scuole rischiamo difficoltà in avvio campagna di vaccinazione. Se ci rilassiamo il 2021 sarà terribile»
«Tutti noi avremmo la necessità di vivere il Natale in modo caloroso con amici e parenti, ma non lo possiamo fare. Se ci rilassiamo in questi giorni avremo un inizio di 2021 terribile». Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, parlando a San Giuseppe Vesuviano (Napoli). «Vi chiedo per questi mesi — ha detto — rispetto all’epidemia comportamenti di grande responsabilità e prudenza soprattutto nel periodo festivo. Dobbiamo essere responsabili, evitare feste, cenoni. A inizio gennaio riaprono le scuole, avremo il picco di influenza stagionale e rischiamo una grande difficoltà nell’avviare la campagna di vaccinazione anti-Covid. Avremo modo più in là, tra qualche mese, di vivere in famiglia con maggiore calore l’incontro, ma ora bisogna essere rigorosi e limitare al minimo i contatti anche con familiari, dobbiamo stare con i conviventi e non con gli altri».

Ore 13.14 – Meghan Markle alla Cnn rende omaggio a «eroi del Covid»
Apparizione a sorpresa di Meghan Markle, consorte del principe Harry, nell’annuale show televisivo della Cnn, «Heroes», dedicato ai momenti di maggiore impatto dell’anno trascorso e alle persone che li hanno resi possibili. La duchessa del Sussex, riferendosi alla pandemia, ha ringraziato coloro che «hanno lottato e assicurato che le necessità di base delle nostre comunità venissero garantite». Il Covid, ha aggiunto, è una «sfida universale per tutti». Dopo avere rinunciato al ruolo di membri “senior” della Famiglia Reale britannica, Meghan e Harry hanno avviato diverse collaborazioni con varie istituzioni benefiche nella zona di Los Angeles.

Ore 13.13 – Londra verso il ritorno in zona rossa dopo il picco di casi
Londra potrebbe tornare a breve zona rossa dopo l’aumento dei casi di coronavirus registrato negli ultimi giorni. Lo riporta il Guardian. Il segretario alla Salute, Matt Hancock, parlerà questo pomeriggio alla Camera dei Comuni dopo che la commissione per le operazioni del Covid si è riunita in mattinata per discutere di nuove restrizioni. Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha affermato che è possibile che il passaggio al livello 3 di allerta venga annunciato oggi.

Ore 13.11 – Mosca, dosi Sputnik V consegnate in tutto il Paese
Le spedizioni del vaccino russo contro il coronavirus, lo Sputnik V, sono state effettuate in tutti i territori della Federazione Russa. Lo ha dichiarato il ministro della Sanità, Mikhail Murashko. «Le spedizioni del vaccino sono state terminate oggi in tutte le regioni della Russia per la vaccinazione di massa», ha detto Murashko al forum virtuale del partito Russia Unita, citato dalla Tass.

Ore 13.08 – Vertice Conte-capi delegazione: «Una nuova stretta
a Natale è inevitabile»
Va avanti da circa due ore il vertice tra il premier Conte, i capi delegazione delle forze di maggioranza, alcuni membri del Cts e la ministra dell’Interno Lamorgese per decidere nuovi divieti in vista delle festività ma anche strette per evitare gli assembramenti nelle vie dello shopping. Presidente del Consiglio e ministri si stanno confrontando serratamente con i tecnici del Cts sulle nuove misure da adottare. Un nuovo giro di vite «è inevitabile, su questo siamo tutti d’accordo», dice all’Adnkronos uno dei presenti al vertice.

Ore 13.03 – Oms: «Rapporto su Italia rimosso perché con errori»
Nel testo Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell’Italia a Covid-19 pubblicato il 13 maggio 2020 dall’ufficio regionale per l’Europa dell’Oms «sono state riscontrate inesattezze fattuali e l’Ufficio ha rimosso il documento dal sito web, con l’intento di correggere gli errori e ripubblicarlo». È quanto si legge in una nota pubblicata dall’Organizzazione mondiale della Sanità. «Quando sono state apportate le correzioni, l’Oms aveva stabilito un nuovo meccanismo globale – chiamato Revisione intra-azione – come strumento standard per i paesi per valutare le loro risposte e condividere le lezioni apprese. Il documento originale quindi non è mai stato ripubblicato». «In nessun momento — si precisa — il governo italiano ha chiesto all’Oms di rimuovere il documento».

Ore 13 – Zaia (Veneto): «Gli assembramenti sono una sconfitta, uno spettacolo immondo. Oggi avrò un nuovo incontro i sindaci»
«Gli assembramenti sono una sconfitta, oggi incontro i sindaci». Così il governatore del Veneto Luca Zaia. E nella conferenza stampa andata in onda sul suo canale Facebook, ha aggiunto: «Siamo inondati di segnalazioni su quello che è successo nel weekend, uno spettacolo immondo». Alle 14 il presidente di Regione avrà una videocall con i sindaci dei sette comuni capoluogo del Veneto.«Lo spettacolo immondo di tutto quello che è accaduto in giro per l’Italia e anche in Veneto, nonostante quello che sta subendo la sanità, è indescrivibile — ha tuonato —. A noi sono arrivate segnalazioni» da tutti i posti. «Dai parcheggi pieni ad Asiago, ai blocchi stradali per andare nelle Dolomiti fino alle città, letteralmente prese d’assalto. La partita deli assembramenti è la vera partita. Alla luce di tutto questo è difficile vincere una battaglia se non c’è la collaborazione da parte dei cittadini. È un mondo vomitevole – ribadisce -, è una cultura strisciante e non imperante secondo la quale questo è il virus dei vecchi e che se la vedano loro».

Ore 12.58 – Canada: via a vaccinazioni dopo arrivo 30mila dosi

Dopo il via libera delle autorità americane all’uso e distribuzione del vaccino Pfizer/Biontech, il Canada ha già ricevuto circa 30mila dosi e inizierà subito a vaccinare la popolazione. Come ha fatto sapere il dipartimento della Salute, la priorità sarà data ai pazienti e allo staff delle case di cura, in particolare quelle nella provincia del Québec, una delle più colpite dalla pandemia. Il Canada è tra i primi Paesi occidentali ad avviare la campagna vaccinale.

Ore 12.56 – L’nfettivologo Bassetti: «Italiani non hanno fatto nulla di male nel weekend. Lo shopping è consentito dai colori delle Regioni»
«Non mi pare si possa dire che gli italiani hanno fatto qualcosa di male, uscire e andare in giro per lo shopping è consentito dai colori delle Regioni». Lo sottolinea all’Adnkronos Salute di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria, commentando le polemiche dopo le immagini del weekend con i centri delle grandi città presi d’assalto per lo shopping natalizio.

Ore 12.27- Israele, da domenica vaccini e passaporto «verde»

Da domenica prossima dovrebbe cominciare la campagna vaccinale in Israele che vedrà – secondo il premier Benyamin Netanyahu – la distribuzione di 60mila dosi al giorno. Lo stesso Netanyahu dovrebbe vaccinarsi sabato sera per rimuovere le resistenze di una parte della popolazione. A questa proposito il ministero della sanità è al lavoro su «un passaporto verde» che consente a chi si vaccina l’esenzione dalle restrizioni in atto, compresa la quarantena se si è entrati in contatto con positivi. In Israele i morti correlati al Covid – da inizio pandemia – hanno superato quota 3mila (3.003). Il tasso di positività continua a crescere e in base ai dati delle ultime 24 ore si è arrivati al 3,4% (su circa 49mila tamponi).

Ore 11.55 – Spagna, vaccinazione al via dal 4-5 gennaio

«La vaccinazione anti covid in Spagna partirà dal 4 o 5 gennaio, dopo il via libera da parte dell’Agenzia europea per i medicinali», atteso per il 29 dicembre. Lo ha annunciato il ministro della Salute Salvador Illa, secondo quanto riporta El Pais.

Ore 11.40 – Ecdc:con meno vincoli ora, aumento rapido ricoveri

Allentare troppo presto le misure di restrizione prese a ottobre-novembre può portare ad un rapido aumento dei ricoveri per Covid in ospedale in tutta Europa. Secondo le stime del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), se le restrizioni venissero tolte il 21 dicembre, ci sarebbe un aumento dei ricoveri nella prima settimana di gennaio, mentre con un allentamento a partire dal 7 dicembre, l’innalzamento potrebbe già aversi prima del 24 dicembre. Sulla base dell’attuale situazione epidemiologica europea, per l’Ecdc ogni modifica alle misure andrebbe presa in modo mirato, proporzionato e coordinato.

Ore 11.18 – Istat: tra giugno e ottobre calo fatturato per oltre 2/3 imprese
Tra giugno e ottobre riduzioni di fatturato per oltre due terzi delle imprese. Lo rileva l’Istat. Il 32,4% (con il 21,1% di occupati) segnala rischi operativi e di sostenibilità della propria attività e il 37,5% ha richiesto il sostegno pubblico per liquidità e credito, ottenendolo nell’80% dei casi. La diffusione della vendita di beni o servizi mediante il proprio sito web è quasi raddoppiata, coinvolgendo il 17,4% delle imprese. Nonostante la crisi sanitaria, il 25,8% delle imprese (che occupano il 36,1% degli addetti) è orientata ad adottare strategie di espansione produttiva.

Ore 11.16 – Venezuela, il Governo valuta due settimane
di quarantena radicale a inizio gennaio
Il governo venezuelano sta valutando la possibilità di iniziare il mese di gennaio 2021 con una quarantena radicale di due settimane, alla luce dell’aumento dei contagi di Covid a dicembre. Secondo le stime diffuse dal governo di Maduro, nell’ultima settimana è stata registrata una media di 451 nuovi contagi rispetto ai 345 della settimana precedente, per un totale di 4.026 casi attivi alla data di ieri. In questo contesto l’Istituto nazionale di aeronautica civile del Venezuela (Inac) ha annunciato nuove restrizioni ai voli in arrivo e in uscita dal Paese: «Da questo momento rimarranno aperte solo le operazioni aeree commerciali da e verso Turchia, Messico e Bolivia », riporta un comunicato. In precedenza erano stati autorizzati i voli anche per Russia, Iran, Panama e Repubblica Dominicana.

Ore 11.12 – Via al vertice tra Conte, i capidelegazione, il Cts e Lamorgese
È iniziato a palazzo Chigi il vertice tra il premier, Giuseppe Conte, i capi delegazione di maggioranza,rappresentanti del Cts e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese sulla possibile stretta natalizia, alla luce della necessità di evitare gli assembramenti che si sono registrati per lo shopping nelle principali città italiane.

Ore 11.09 – Partiti in Francia gli screening di massa.
Le prime saranno le città di Le Havre e Charleville-Mezieres
Sono partiti lunedì mattina (oggi, ndr) i primi screening di massa – con i tamponi anti-Covid gratuiti per tutti – in due città francesi, Le Havre e Charleville-Mezieres. Nel porto della Normandia, l’obiettivo è testare 270mila abitanti in 5 giorni. Seguiranno Roubaix e Saint-Etienne.

Ore 11.05 – Toti (Liguria): «Trovo surreale l’idea di nuovo lockdown per Natale, preannunciato dal Governo quasi con piacere penitenziale»
«Trovo surreale l’idea di un nuovo lockdown per Natale, preannunciato dal Governo quasi con piacere penitenziale. Come se si dovessero punire gli italiani che hanno voglia di acquistare qualche dono per rendere meno amare queste feste. Trovo assurda la pretesa di dividere il Paese tra chi combatte il virus e chi guarda all’economia in crisi: come se consentire a negozi, ristoranti, bar e tante altre aziende di sopravvivere, dove il contagio lo consente, fosse un peccato. Peccato che in Italia ci siano 5 milioni di poveri in più e quando a marzo terminerà il blocco, che impedisce ora i licenziamenti, andrà ancora peggio». Così su Facebook il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.


Ore 11 – Bologna prima per qualità della vita. Effetto Covid sul Nord
Nell’anno più difficile tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene, è Bologna la prima città per qualità della vita, secondo la 31esima indagine de IlSole 24 Ore sul benessere nei territori, che quest’anno racconta l’ impatto della pandemia da Covid sulle varie province del Paese. Bologna guadagna ben 13 posizioni e traina tutte le province dell’Emilia-Romagna. Seconda è Bolzano, terza Trento, che hanno tenuto le posizioni anche nell’anno della pandemia. A parte queste due province, è soprattutto il Nord a uscire penalizzato dagli effetti su larga scala del virus. Le province lombarde hanno segno negativo, in peggioramento rispetto allo scorso anno, a eccezione di Sondrio e Mantova. Colpita anche Milano – vincitrice nel 2018 e nel 2019 – che perde 11 posizioni, dove pesa il crollo del Pil pro capite in base alle stime 2020, ma anche il nuovo indicatore sullo spazio abitativo medio a disposizione (con una media di 51 mq per famiglia). A registrare «scatti di crescita» sono altre province di medie dimensioni: Verona, Udine e Cagliari. A differenza di altre regioni del Nord l’effetto Covid non si fa sentire sulla qualità della vita in Piemonte. In classifica perdono posizioni solo Novara (42esima, -4), Biella (57esima, -2) e Asti (70esima, -4). Migliora il posizionamento di Torino (21esima, -12), subito dopo Cuneo, che guadagna una posizione e si conferma il capoluogo di provincia dove si vive meglio nella Regione. Se il Nord scende, il Sud non scala la classifica, chiusa da Crotone, preceduta da Caltanissetta (ultima lo scorso anno).

Ore 10.58 – Il ministro Guerini (Difesa): «Trarre insegnamento da errori per evitare di commetterli di nuovo»
«È chiaro che ci troveremo in un mondo completamente diverso dopo il Covid. Con tanti punti interrogativi e nodi da sciogliere. Che tipo di paese troveremo, che mondo troveremo? Domande davvero difficili, ma anche grandi sfide da affrontare con consapevolezza. Bisognerà trarre insegnamento da quanto accaduto in questi mesi per evitare gli stessi errori. Riconoscendo i punti di forza, ma individuando anche le nostre vulnerabilità». Lo ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, durante l’iniziativa di Direzione Nord che ha organizzato l’evento What Comes Next?, per interrogarsi sul futuro di Milano e dell’Italia in tempi di pandemia.


Ore 10.49 – Oms-Unicef: «Nel mondo 1,8 miliardi di persone a rischio per carenza di servizi idrici e sanitari»
Nel mondo circa 1,8 miliardi di persone sono maggiormente esposte al rischio di Covid e di altre malattie perché utilizzano o lavorano in strutture sanitarie prive di servizi idrici di base. È quanto emerge dal rapporto Unicef-Oms Global progress report on WASH in health care facilities: fundamentals first. In tutto il mondo — si legge nel report — una struttura sanitaria su 4 non ha servizi idrici, una su 3 non ha accesso all’igiene delle mani nei luoghi in cui viene fornita l’assistenza, una su 10 non ha servizi igienici e, ancora, una su 3 non separa i rifiuti in modo sicuro. La situazione peggiore di tutte è quella dei 47 Paesi meno sviluppati: qui una struttura sanitaria su 2 non dispone di acqua potabile di base, una struttura sanitaria su 4 non dispone di servizi di base per l’igiene delle mani nei punti di cura, e 3 su 5 non dispongono di servizi igienici di base. I dati pubblicati dall’Oms a ottobre indicano che i contagi da Covid tra gli operatori sanitari sono superiori a quelli della popolazione generale: gli operatori sanitari rappresentano meno del 3% della popolazione, ma costituiscono il 14% dei casi globali di Covid segnalati all’Oms.

Ore 10.35 – Steinmeier ai tedeschi: «Insufficienti gli sforzi in atto.
Dal 16 dicembre la nostra vita sarà limitata come mai nella storia precedente»
«Non possiamo evitare misure incisive, i fatti non ci ingannano e sono pesanti: se giorno per giorno decine di migliaia di persone si contagiano e centinaia muoiono, se già adesso la sanità è al limite, vuol dire che gli sforzi finora messi in atto non bastano». Così in un discorso alla nazione il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. «Bisogna agire con maggiore forza», ha aggiunto, «vale per l’azione politica a tutti i livelli, anche a livello personale. Festeggeremo il Natale in modo diverso di quanto sperassimo, per molte persone sarà un periodo pesante». Da mercoledì 16 dicembre in poi, «la nostra vita pubblica e privata sarà più limitata che mai nella storia della Repubblica federale»(qui il metodo Merkel in 4 punti).

Ore 10.28 – Conte: «Serve serrare i ranghi per battere nemico invisibile»
«La sfida in questa nuova fase è duplice sia sul piano italiano che su quello europeo e internazionale», ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo al Rome Investment Forum 2020. «In primo luogo — ha chiarito — bisogna serrare i ranghi per vincere il nemico invisibile che è ancora tra noi, con un forte spirito di unità e di leale collaborazione tra livelli istituzionali. E poi — ha aggiunto — serve sviluppare le premesse per una piena ripresa economica»

Ore 10.25 – Nyt: «Google posticipa rientro in ufficio a settembre».
Lettera del Ceo ai dipendenti, si valuta la settimana flessibile
Google ha deciso di protrarre lo smart working per i propri dipendenti posticipando il rientro alle scrivanie a settembre dell’anno prossimo, due mesi più in là rispetto al mese di luglio che era stato stabilito in precedenza. A comunicarlo il Ceo Sundar Pichai, in una lettera inviata nella notte ai dipendenti e di cui riferisce il New York Times. Per il ritorno in ufficio, ha scritto Pichai, Google sta pensando all’idea di una «settimana lavorativa flessibile», in cui i dipendenti lavorano in sede almeno tre giorni a settimana («giorni collaborativi») e a casa il resto del tempo. «Stiamo testando l’ipotesi che un modello di lavoro flessibile possa portare a una maggiore produttività, collaborazione e benessere», ha scritto Pichai.

Ore 10.20 – Maga (Cnr): «Non capisco perché si facciano meno tamponi»
«Non capisco perché…, è una domanda a cui non so dare risposta…». Giovanni Maga, responsabile del laboratorio di Virologia Molecolare presso l’Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Pavia, intervenendo su RaiNews24, risponde così quando gli si chiede quale possa essere il motivo per cui in quest’ultimo periodo il numero di tamponi effettuati per la ricerca del Covid sia inferiore alla tendenza delle scorse settimane. E a questo punto «non c’è quindi da stupirsi che il rapporto positivi-tamponi aumenti», ha aggiunto Maga.

Ore 10.16 – Gori (Bergamo): «Troppo facile prendersela con i cittadini. Se negozi e ristoranti sono aperti, perché non dovrebbero uscire?»
«I cittadini fanno quello che è consentito loro di fare. Se negozi, bar e ristoranti sono aperti, perché non dovrebbero uscire, andare a fare shopping (c’è anche il cashback), pranzare fuori o prendersi un caffè? Cosa ci si aspettava? Troppo facile prendersela con loro. Così su Twitter il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, all’indomani degli assembramenti di ieri a Bergamo Alta e Bassa.

Ore 10.14 – Il monito di Nardella (Firenze): «Il Governo sia più autorevole, come all’inizio dell’emergenza»
«Se per evitare la terza ondata sono necessarie delle restrizioni ne prenderemo atto. Il governo sia preciso, coerente e lineare. Io faccio appelli al buonsenso, allo shopping intelligente, ma c’è anche molta stanchezza, nervosismo e tensioni. In questo caso il governo deve dare un colpo di reni, deve essere più autorevole come lo è stato all’inizio dell’emergenza. Si sta un po’ tutto sfilacciando». Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, parlando a Lady Radio. «Da alcune settimane continuo a dire che la prudenza deve venire prima di tutto altrimenti rischiamo la terza ondata – ha aggiunto Dario Nardella -. L’economia la aiutiamo se usciamo il prima possibile dall’emergenza. Non voglio far parte del Paese che per primo è entrato nell’emergenza Covid e rischia di uscirne per ultimo. Se per uscire da questa emergenza dobbiamo restringere alcune regole, e queste servono, allora facciamole. L’importante è che ci sia chiarezza e univocità». Secondo il sindaco di Firenze, l’alternanza fra «allentamenti e restrizioni non ci sta dando grandi risultati».

Ore 10.05 – Sileri: «Se il 40% non si vaccina, sarà necessario l’obbligo. Ho avuto il Covid, ma farò il vaccino quando sarà il mio turno»
Credo che gli italiani chiederanno il vaccino» anti-Covid «ma se dopo un anno, un anno e mezzo, scopriamo che meno del 30-40% della popolazione ha fatto il vaccino, una qualche forma di obbligatorietà secondo me sarà necessaria», ha aggiunto ancora il viceministro della Salute Sileri. «Non possiamo permetterci – ha spiegato – che il virus continui a circolare. Se oggi c’è qualche No vax, qualche persona secondo il quale il vaccino non serve dopo 60-70mila morti, e a mio avviso saranno ancora di più fino a quando si arriverà a una protezione di gregge, mi dispiace per lui». Sul fatto che parte degli italiani, secondo i sondaggi, non avrebbe intenzione di fare il vaccino, ha osservato che tale diffidenza è anche legata al fatto che «se ne parla male. Se se ne parla con i dubbi, se non vengono usate le parole giuste, questo può far pensare che sia stato fatto male. Bisogna spiegare invece perché è stato fatto in maniera veloce». A proposito della sicurezza dei vaccini, Sileri ha concluso: «La vigilanza che l’Aifa attua dà garanzie serie come per tutti i farmaci disponibili… Ho avuto il Covid, ma certamente sì: mi vaccinerò quando sarà il mio turno».

Ore 9.34 – Sileri: «A Natale risalita casi inevitabile,
serve rigore per non avere terza ondata»

«È presto per dare anticipazioni» sulle eventuali nuove misure anti-Covid allo studio per Natale, «che verrebbero cavalcate e creerebbero sicuramente ulteriore scompiglio nella popolazione». Ma «rimango della mia idea: l’impostazione che abbiamo oggi, in cui avremo spero tutte le regioni gialle per Natale, ma con le chiusure che sono state definite, con il blocco anche» degli spostamenti «tra i Comuni, rimane». Bisogna mantenere una linea di rigore secondo il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, ad Agorà su Rai 3. Perché già così «il Natale di per sé, anche» festeggiato dentro i confini di uno «stesso Comune, porterà le famiglie a stare insieme e quindi è inevitabile che vi sarà una risalita dei contagi». «Se sarà una risalita piccola sarà gestibile», però se non lo sarà «ci troveremo con un nuovo picco – è convinto Sileri- che impedirà da gennaio di fare ciò che dobbiamo fare: riaprire le scuole, riaprire i ristoranti, consentire alle persone di andare a sciare, riprenderci la nostra vita». «Fare tutto questo nel periodo natalizio è un rischio», ammonisce, mentre «farlo in maniera diluita a partire dal 7, 8, 10 gennaio è possibile, a patto che i casi non siano 30-40mila come abbiamo osservato un mese fa», osserva, ricordando quanto accaduto negli Usa dopo la Festa del Ringraziamento. «Non vedo perché dobbiamo andare incontro a una terza ondata».

Ore 9.21 – Fontana (Lombardia): «Gli assembramenti mettono in gioco
i sacrifici. Si rischia di rovinare tutto, sono un po’ preoccupato»
«Questi assembramenti rischiano di mettere in gioco tutta la fatica fatta in questi mesi. Sono state difficili e dure le settimane nelle quali abbiamo dovuto rinunciare a gran parte della nostra libertà. Adesso quello che viene letto come un via libera rischia di rovinare tutto». Così, a Mattino 5, il governatore lombardo Fontana, riferendosi alla situazione di ieri, primo giorno di zona gialla a Milano. «Sono un po’ preoccupato. A gennaio dovrebbe iniziare la fase della vaccinazione contro il Covid e in quel momento non possiamo permetterci nessun tipo di recrudescenza del virus».

Ore 9.11 – D’Amato (assessore alla Sanità del Lazio): «Se non si torna nei ranghi si pregiudica la riapertura delle scuole il 7 gennaio»
«Rischiamo grosso. Quello che facciamo di sbagliato oggi, ce lo ritroveremo tra due settimane. Lo shopping troppo frenetico di queste ore causerà in quei giorni un aumento dei positivi al Covid. E questo ci spingerà a prendere misure adeguate». Così l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, in un’intervista al Messaggero. «Io non vorrei che stessimo perseverando nell’errore commesso la scorsa estate — continua —. Si diceva “il virus è scomparso”, ma le cose sono andate diversamente, perché è arrivata la seconda ondata. Se non ritorniamo nei ranghi, pregiudichiamo la riapertura il 7 gennaio delle scuole. E allo stesso modo non si possono rimettere in moto pezzi dell’economia, adesso fermi». L’assessore ricorda, poi, come «l’esperienza ci insegna che l’ascesa dei contagi è molto rapida: a settembre, prima della seconda ondata, eravamo a 100 nuovi positivi al giorno, poi all’improvviso siamo passati a tremila al giorno. Adesso siamo a mille casi al giorno. A questi livelli una recrudescenza del Covid può travolgerci».

Ore 8.54 – Il sindaco di Milano, Sala: «Ok alle restrizioni, ma ci vuole equilibrio: non si può cambiare di giorno in giorno»
«Bisogna mantenere un po’ più di restrizioni, poi bisogna trovare la formula giusta. Ci vuole un po’ di equilibrio, non cambiamo di giorno in giorno. Dopo di che, è evidente che con i virologi che ci parlando di terza ondata, al di là del fatto che io non o capito se siamo usciti dalla seconda, è chiaro che ci vuole prudenza». A parlare è il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a Rtl 102.5, parlando di eventuali nuove misure restrittive a cui il governo starebbe pensando dopo gli assembramenti di ieri. Per esempio — chiarisce — «se abbiamo permesso ai ristoranti di riaprire, questi si sono organizzati, hanno richiamato il personale e hanno fatto le scorte. E adesso li chiudiamo di nuovo? Ci vuole un po’ di equilibrio. Perlomeno non cambiamo di giorno in giorno». In merito alle immagini di questo fine settimana, ha poi aggiunto come «purtroppo, secondo me, era abbastanza scontato che succedesse. A volte fare politica significa fare uno sporco lavoro e prendere decisioni che non accontentano tutti. Ma quando sento il commissario Arcuri parlare di assembramenti irresponsabili, io non ci sto. Non possiamo dare dell’irresponsabile alla gente: alla gente dici quello che si può fare e loro lo fanno. Per cui sta a noi» (qui il richiamo del governatore Fontana: «Va tenuta alta la guardia»).

Ore 8.52 – Il ministro Altmaier (Economia): «In Germania è possibile evitare la recessione pure con il lockdown»
La Germania sarà probabilmente in grado di evitare un’altra recessione nonostante il secondo lockdown che dovrebbe scattare mercoledì. Così il ministro dell’Economia Peter Altmaier alla radio Deutschlandfunk. «Spero che potremo evitare un completo arresto dell’economia nella seconda ondata della pandemia».

Ore 8.44 – Cavaleri (Ema): «Pfizer e Moderna
da sole non bastano a proteggere l’Ue»
La procedura che l’Ema sta adottando per l’approvazione accelerata dei vaccini anti Covid «si chiama Conditional Marketing Authorisation. Si applica anche in situazioni di emergenza, come è questa pandemia. Significa che noi analizziamo tutti i dati relativi agli studi sui vaccini (in pole position è quello della Pfizer) e diamo priorità a due condizioni: la sicurezza e l’efficacia. Ma questa autorizzazione è sicura, ma non è definitiva: sarà via via sottoposta a un monitoraggio per vedere come, in pratica, il vaccino funziona». Così Marco Cavaleri, Head of anti-infectives and vaccines all’Ema-Agenzia europea del farmaco, in un’intervista al Corriere della Sera. «Questi vaccini, sperimentati su almeno 30mila persone ognuno (la metà trattate con vaccino, l’altra metà di controllo, cioè senza vaccino) non hanno dato effetti collaterali importanti», spiega, «al momento i dati analizzati ci rassicurano sulla sicurezza». L’idea — chiarisce Cavaleri — «è quella di vaccinare tutta l’Europa nel 2021, ma ci sono tante incognite. I vaccini a mRna» di Pfizer e Moderna «da soli non sono sufficienti. Occorre aspettare gli altri e capire come l’inciampo del vaccino AstraZeneca può essere superato».

Ore 8.33 – L’immunologa Antonella Viola su Twitter:
«In Italia tutti vaccinati per giugno? La cosa si complica»
«Saremo davvero tutti vaccinati in Italia per giugno? Con la battuta di arresto di Sanofi e i problemi di AstraZeneca, le cose per noi si complicano», spiega Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova. «Pfizer non potrà da sola in tempi rapidi coprire il nostro fabbisogno di vaccini —ha scritto su Twitter —. Speriamo nel vaccino di J&J e in quelli cinesi».

Ore 8.27 – Luca Zaia (Veneto): «Non sono per uno stato di polizia,
ma certi comportamenti hanno delle conseguenze»
«Mi sembra chiaro che non abbiamo più paura di morire. Io non sono per uno stato di polizia, ma deve essere chiaro a tutti che certi comportamenti hanno delle conseguenze». Così in un’intervista al Corriere della Sera, Luca Zaia, presidente del Veneto, Regione che proprio in questi giorni è alle prese con un aumento dei contagi che ha superato quello dei giorni del lockdown: «Il nostro picco di ricoveri in lockdown – osserva Zaia – è stato il 4 aprile con 2.028 ricoverati. Oggi siamo a 3.244 ricoverati. In intensiva, la punta massima era stata di 356 persone, oggi siamo a 369». E ancora sul balzo dei contagi: «C’è una parte non maggioritaria ma molto visibile della popolazione – osserva – che ritiene che la gestione del Covid sia un problema delle istituzioni, semplicemente burocratico. Si vogliono più regole? Guardate i tg: tutti i passeggianti intervistati dicono la stessa cosa: “Non è vietato”». Oggi per alcuni il Covid è «un problema dell’ospedale, è la parte triste della vicenda. E poi diciamolo: c’è una cultura strisciante e ripugnante secondo cui questa è la malattia degli anziani. Ma gli over 70 hanno il diritto di vivere come tutti. Anzi, di più: sono loro quelli che ci hanno fatto grandi».

Ore 8.16 – Anelli (Fnomceo): «Colleghi medici vaccinarvi è un dovere»
«Il vaccino è uno strumento potentissimo di difesa dei cittadini e della nostra professione che durante la pandemia ha subito troppe perdite. Non dobbiamo sottrarci». È questo l’appello lanciato dal presidente della Federazione degli ordini dei medici e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, in un’intervista al Corriere della Sera. «Vaccinatevi tutti. Si potrebbe comprendere l’obiezione di colleghi che lavorano in laboratorio, ma non di quelli che operano ogni giorno a contatto diretto con il paziente», ha osservato, «è un dovere deontologico non esporli al contagio».

Ore 8.13- Trump rinvia priorità Casa Bianca: «Farò il vaccino, non ora»
Vaccino anti-Covid alla Casa Bianca, i tempi si allungano: il presidente Usa, Donald Trump, ha annunciato che la distribuzione del vaccino agli uomini al vertice dell’amministrazione, distribuzione che sembrava essere prevista nei prossimi giorni, sarà fatta a tempo debito, «un po’ più avanti nel programma». Poche ore prima del suo tweet si era diffusa la notizia che lo staff della Casa Bianca, e in particolare le persone che lavorano a stretto contatto con il presidente, sarebbero stati fra i primi a ricevere il vaccino Pfizer, somministrato a partire da oggi negli Usa, sesto Paese al mondo a concedere l’autorizzazione. Trump ha anche annunciato che non ha in programma di fare subito il vaccino, ma che «non vede l’ora di farlo».

Ore 8.10 – In Germania lockdown quasi totale dal 16 dicembre al 10 gennaio. Merkel: «C’è un urgente bisogno di agire»
In Germania è stato raggiunto un accordo tra Angela Merkel e i 16 Stati federati. Da mercoledì chiuderanno, quindi, scuole, asili e negozi non essenziali («sarà un Natale di lockdown duro»). La Cancelliera tedesca ha chiarito: «C’è un urgente bisogno di agire», ammettendo come le misure introdotte a novembre «non sono riuscite a ridurre in modo significativo le nuove infezioni».

Ore 8 – Virus, nel mondo oltre 1,6 milioni di decessi e 72 milioni di casi. L’Italia è il Paese più colpito in Europa come numero di vittime
Sono 72.252.541 i casi di Covid accertati nel mondo dall’inizio della pandemia, con 1.612.362 decessi a livello globale. È quanto rileva la Johns Hopkins University nel suo costante aggiornamento della pandemia. Il Paese più colpito a livello globale rimangono gli Usa, con 16.253.219 casi e 299.168 decessi. In Europa, il Paese più colpito per numero di morti è l’Italia, con 64.520 vittime e 1.843.712 casi accertati.

Ore 7.20 – Il ministro Boccia (Affari regionali) al Corriere della Sera: «Resse irresponsabili, sarebbe meglio il lockdown generale»
«Le foto degli assembramenti mostrano scene ingiustificabili, irrazionali, irresponsabili». Così il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, in un’intervista al Corriere della Sera. «In alcune strade ci sono assembramenti intollerabili, mentre dovremmo sentire ogni giorno dentro di noi il lutto nazionale». Il lockdown generale per le Feste deciso dalla Germania — ha aggiunto — «è una scelta che personalmente condivido» (qui la mappa dell’Italia, divisa tra zone gialle, arancioni e rosse). «Dobbiamo dirci fino in fondo se la pausa natalizia deve servirci a mettere in sicurezza il Paese o se deve essere guidata solo dalla volontà di favorire il business», ha insistito, perché «in questo momento affari e salute non solo conciliabili. Quando c’è un’epidemia e non c’è un farmaco, bisogna evitare gli spostamenti. Non lo dico io, ma la scienza. Quanto all’economia, il governo ha stanziato in miliardi il più grande piano dal Dopoguerra», ha concluso.

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