Renzi: «Ora tocca a Conte dare risposte. Altrimenti il governo va a casa»

Che proponete al posto della task force?
«Prima di affrontare una discussione organizzativa su task force, unità di missione, cabina di regia, domandiamoci: che Italia vogliamo tra vent’anni? Dove mettiamo i soldi europei? Quali centri di ricerca finanziamo? Quale visione proponiamo? Se c’è una visione allora possiamo discutere di come rafforzare l’esecuzione dei progetti con i giusti miglioramenti da fare alla macchina burocratica. Ma se non c’è una visione e il Recovery serve solo a svuotare i cassetti dei ministeri con vecchi progetti, senza un’anima, allora possiamo anche evitare di parlarne».

Si aspetta che Pd e 5 Stelle le facciano da sponda o teme di restare isolato e di fare la figura dell’irresponsabile?
«Le parlo con il cuore in mano: ormai non mi interessa più che figura faccio. La verifica è una cosa seria, non è una passerella a uso delle tv. Dicono che sono irresponsabile? Io so che sarebbe irresponsabile sprecare i soldi europei e tirare a campare anziché provare a cambiare. Se ancora conosco i gruppi parlamentari Pd le dico che essi condividono la lettera che abbiamo inviato a Conte al 99%. Adesso tocca al gruppo dirigente del Nazareno decidere se fare sul serio o no. Quanto ai parlamentari 5 Stelle: hanno una tale paura di andare a casa che non possono pensare di dettare le carte. Se vogliono stare al Governo devono capire di non avere la maggioranza assoluta. Se invece pensano di fare da soli, bene, faranno senza di noi».

L’intervento di Draghi allegato alla lettera non è una provocazione?
«No. È un aiuto. Perché le cose che scrive Draghi sono giuste e importanti. E perché da uno come Draghi abbiamo tutti da imparare. Accanto a Draghi peraltro ci sono documenti di Fortis, Cingolani e di altri professionisti. Noi non stiamo provocando il premier, stiamo solo cercando di aiutarlo».

Qual è l’accusa che fa a Conte?
«Non lo accuso di niente. Gli chiedo chiarezza. Abbiamo scritto cinque pagine di lettera: ci dica se ciò che scriviamo è condivisibile o no. Noi siamo l’unico partito a fare un confronto chiaro, semplice, trasparente. Ma contemporaneamente gli abbiamo detto che se le cose non cambiano, non restiamo al governo. Noi siamo liberi e coraggiosi, per noi la politica è passione, non sistemazione personale».

Sosterrà le misure del governo sulla pandemia?
«Sono mesi che sosteniamo misure che non sempre condividiamo. Ci sono troppi zigzag. E apri e poi chiudi e poi annunci che riapri e poi richiudi ancora di più. Sulle festività di Natale il governo ha cambiato linea tre volte negli ultimi sette giorni. Noi chiediamo: per rispetto dei cittadini, quale che sia la decisione, comunicatela bene e poi obblighiamoci a seguirla. I cittadini hanno almeno il diritto alla chiarezza. Almeno quella».

Non è irrituale che premier e ministro degli Esteri siano andati a prendere i pescatori in Libia incontrando Haftar?
«Trovo assurdo fare polemica oggi. Oggi è giorno di festa per queste famiglie, almeno per oggi bisognerebbe evitare le polemiche. In vicende analoghe, quando ero premier, ho seguito strade diverse. Ma ognuno ha un suo stile e risponde del suo stile. Oggi nessuna polemica, gridiamo tutti: Viva l’Italia».

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