Scuola, Miozzo (Cts): governo miope, le città che sono pronte riaprano

La data del 7 gennaio non è l’undicesimo comandamento, è una data simbolica: se serve qualche giorno in più per essere pronti, si può aprire anche l’11, che è lunedì, o anche qualche giorno dopo. L’importante è che continui il lavoro dei tavoli dei prefetti che avrà un impatto importante soprattutto per le aree metropolitane».

Lì vive un terzo degli studenti.

«Se però in piccole realtà, se a Cuneo o a Caltanissetta, sono risolti i problemi dei trasporti e se le Asl saranno organizzate per un adeguato monitoraggio, penso che lì le scuole potrebbero riaprire».

Chi è pronto riparte?

«Non capirei perché ad Alba, Sondrio, Viterbo, Rieti, se tutto sarà pronto non si debba tornare a scuola. Gli altri Comuni che magari hanno problemi irrisolti seguiranno, ma saranno spronati a trovare soluzioni. A me fa impazzire la semplificazione del problema della scuola, che può essere chiusa o aperta senza veri criteri e valutazioni che riguardino il contesto generale: è una follia lasciare i ragazzi fuori dalle aule ma permettere loro di andare al bar o in un grande magazzino. Sono scelte di una classe dirigente miope, che non ha una visione globale e non considera i danni che potranno svilupparsi».

Si potrebbe fare subito il vaccino agli insegnanti?

«Personalmente, ma è una valutazione solo mia, metterei la categoria dei lavoratori della scuola tra le priorità».

Aerazione con ventilatori a filtro e misurazione della febbre all’ingresso sono proposte per rendere le scuole più sicure, che ne pensa?

«I termoscanner, se si ritiene che diano un aiuto, ben vengano: il Cts però non ha ritenuto che fossero indispensabili. Quanto all’aerazione basta cambiare l’aria a fine lezione: anche d’inverno si può fare».

CORRIERE.IT

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