Vaccino Covid, Magrini (Aifa): «Come funzionerà? Ecco date e cifre del piano»
Ci sono timori per gli eventi avversi?
«L’azienda li ha già resi noti molto bene in uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine: si sono avuti effetti indesiderati di lieve o moderata entità, facilmente gestibili, come dolore nel punto di iniezione, malessere, astenia, febbre nel 20-30% dei casi, un po’ più accentuati rispetto al normale vaccino antinfluenzale. In Gran Bretagna e Usa nei primi vaccinati sono stati segnalati un caso ogni 50mila di reazioni allergiche gravi in soggetti fortemente allergici. Si sta valutando come comunità di ricerca internazionale se aggiungere o meno controindicazioni per alcune categorie».
Quanto tempo occorre per ogni vaccinazione?
«È un atto medico a tutti gli effetti che quindi prevede informazioni dialogate e la firma del consenso. Diciamo una mezzora in tutto».
Entro l’anno saranno disponibili 6-7 vaccini di aziende diverse. Il cittadino potrà scegliere quale ricevere?
«Non credo, sarà come deve essere a mio avviso una scelta di sanità pubblica.
Aifa che altro farà dopo l’approvazione?
«Valuterà per ciascun vaccino la rimborsabilità da parte nel nostro Sanitario Nazionale e a partire dal secondo vaccino valuterà la sovrapponibilità tra i vari prodotti in modo comparativo. Inoltre, l’agenziaha istituito un nuovo Comitato Scientifico ad hoc sulla sorveglianza dei vaccini Covid19 al fine di monitorare i possibili effetti indesiderati e valutarne in modo comparativo la sicurezza. Sarà un lavoro importante per tutto il 2021 anche in collaborazioni col network europeo di farmacovigilanza».
Chi non ha avuto il Covid ha la precedenza rispetto a chi si è ammalato?
«Chi ha avuto la malattia ha sviluppato una risposta immunitaria, ma possono essere passati anche molti mesi e più avanti si vedrà con i test salivari di identificare i soggetti che possiedono anticorpi al fine di selezionare le persone che hanno più urgenza di essere immunizzati».
E i bambini?
«Saranno fra gli ultimi a essere vaccinati, dopo l’estate. E’ la categoria a minor rischio. Non sviluppano la malattia e rispondono meglio all’infezione».
Si parla di anticorpi monoclonali da utilizzare per curare i pazienti Covid nelle prime fasi della malattia. Perché l’Aifa non ha approvato quelli della Lilly?
«Gli anticorpi monoclonali sono seguiti con grande attenzione da parte di Aifa, di Ema e della comunità di ricerca. Chiaramente non risponde a verità che non abbiamo accettato usi compassionevoli. La approvazione dei monoclonali spetta all’Ema e i dati disponibili che hanno consentito l’uso in emergenza in USA non sono forse sufficienti per una approvazione europea. Sono farmaci da usare precocemente a domicilio perché nei pazienti più gravi è dimostrato che non funzionano e ciò è problematico data la necessità di infusione endovenosa. Credo che sarebbe utile fare uno studio clinico comparativo per capirne meglio il valore e il ruolo in terapia».
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