Vaccino, il piano è in salita: operazioni a rilento, si parte dallo Spallanzani
Ieri l’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato, ha spiegato che «nella prima fase saranno vaccinati gli operatori sanitari vaccinatori». Secondo il ministro della Salute, Roberto Speranza «l’impatto sulla popolazione della vaccinazione anti-Covid lo vedremo a primavera inoltrata». Molto dipenderà dai tempi dell’autorizzazione del vaccino AstraZeneca (l’Italia ha opzionato 40 milioni di dosi), mentre anche i russi hanno presentato richiesta di autorizzazione a Ema (agenzia europea) per lo Spuntik V.
RINFORZI
Ecco, qui si presenta un altro nodo: troveremo i 15mila operatori che devono potenziare la macchina dei vaccini? Si parla di 12mila infermieri e 3mila medici. Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao Assomed (sindacato dei medici): «Un aiuto potrà arrivare dagli specializzandi, ma non si può pensare di ripagarli solo con i crediti formativi. Visto che si partirà dagli operatori sanitari e che comunque il vaccino può dare qualche effetto collaterale per 24 ore, bisognerà organizzare bene la turnazione. Non si può vaccinare nello stesso giorno, ad esempio, tutti i medici e gli infermieri di uno stesso reparto». Secondo Natale Di Cola, segretario Cgil Roma-Lazio, si rischia di non trovare i 12 mila infermieri necessari: «Ricorrere alle agenzie interinali è un errore, si creano altri precari. Questa macchina dei vaccini rischia di essere a regime per anni, poiché si prevede che, come avviene per l’influenza, sarà necessario ciclicamente somministrare il siero anti Covid-19».
IL MESSAGGERO
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