Leonardo, i dipendenti donano le ferie: niente cassa integrazione
di ANTONIO TROISE
Un fondo di solidarietà per combattere la crisi del Covid. Ma non solo. Lavoratori e dirigenti sono pronti a donare parte delle loro ferie pur di ridurre al minimo il ricorso alla cassa integrazione. Nell’era della più grave pandemia che il mondo ricordi da 80 anni a questa parte, cambiano pelle anche gli ammortizzatori sociali, i tradizionali strumenti messi in campo nelle imprese per fare fronte alla pesante caduta dei consumi e, quindi, della produzione.
A fare da apripista a un accordo che potrebbe trovare applicazione anche in altre aziende, sono stati i sindacati dei metalmeccanici e i vertici di Leonardo, la holding pubblica specializzata, tra l’altro, nella difesa e nell’avio.
L’intesa, siglata con Fim, Fiom e Uilm dopo una trattativa durata alcune settimane, dovrebbe evitare il massiccio utilizzo della cassa integrazione ai 4mila lavoratori impegnati nel settore delle aerostrutture, uno dei più colpiti dal virus della recessione. Una prima assoluta per i sindacati. Di che cosa si tratta? Azienda e lavoratori creeranno una sorta di fondo anti-Cig, una ’banca ore’ nella quale confluiranno una serie di voci e istituti contrattuali. In primo luogo il residuo ferie del 2020, che ammonta a circa 20mila ore. Poi le festività che coincidono con i giorni di riposo (altre 25mila ore). E, infine, le ferie ancora da maturare del personale del gruppo, per circa 75mila ore.
Un tesoretto di oltre 100mila ore di lavoro che sarebbe utilizzato proprio per evitare il ricorso alla Cig e il taglio delle retribuzione. Ma non basta. Perché nei ’forzieri’ del fondo confluiranno anche le giornate che saranno donate volontariamente dai 30mila dipendenti del gruppo, dai dirigenti e dalla stessa azienda. Meno ferie per lavorare tutti e spalmare il più possibile gli effetti della crisi sull’intero organico del gruppo. La ’banca ore’ sarà affiancata da una dose massiccia di ore di formazione, circa 250 per ogni dipendente. E alimentata da risorse ad hoc messe a disposizione dall’impresa. L’accordo coinvolgerà gli stabilimenti pugliesi di Grottaglie e Foggia e quelli napoletani di Nola e Pomigliano D’Arco.
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