Usa, trova la nave del tesoro: è in cella da 5 anni per non rivelare dove ha nascosto lingotti per 300 milioni
di Flavio Pompetti
Prigioniero da cinque anni in un carcere di Milan nel Michigan, Thomas Thompson è umiliato e privato della libertà, ma non è sconfitto. Al contrario, si sente il vero vincitore nella guerra che lo vede opposto al giudice che l’ha condannato, e ai creditori che lo inseguono da più di trent’anni. Come un novello Conte di Montecristo nella sua prigione nell’isolotto di Chateau d’If, Thompson tiene stretto il segreto del tesoro che lo farà ricco il giorno in cui potrà uscire di galera, mentre il giudice Algenon Marbley continua ad inasprire la carcerazione nell’attesa di un pentimento e della rivelazione del nascondiglio dove è custodito l’oro.
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Thompson è un cacciatore di tesori, socio onorario di una genia di imprenditori con le scintille agli occhi, che inseguono il sogno della ricchezza immediata scorrazzando nel tratto di mare tra l’Atlantico meridionale e le isole Antille. Nel 1988 la fortuna gli ha sorriso con il ritrovamento della SS Central America, un battello a vapore spinto da una ruota a pale, che si era inabissato alla profondità di 2.300 metri davanti alla costa della Carolina del sud nel 1857, con un carico a bordo di dieci tonnellate d’oro, del valore di 292 milioni dollari al cambio odierno. L’oro era stato estratto e lavorato dai giacimenti intorno a san Francisco, e viaggiava alla volta di New York, insieme ad un equipaggio di 578 persone, delle quali 420 perirono nel naufragio. Dietro la spedizione per il recupero c’era un gruppo di 167 investitori che aveva contribuito la somma di 12,7 milioni di dollari per allestire la nave da ricerca, e il modulo sottomarino Nemo, disegnato dallo stesso Thompson, che servì ad avvicinare il relitto e vuotarlo di parte del prezioso contenuto.
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