Covid, in Veneto contagi in aumento e tasso di positivi record: ecco perché

di Paolo Foschi e Martina Zambon

Risveglio amaro in Veneto con 5.010 nuovi positivi al Covid-19, 94 morti (il bilancio del 25 dicembre), ma soprattutto, un tasso di positività schizzato al 36,3%, tre volte la media nazionale. Una débâcle? Una spallata alla narrazione sulla migliore macchina sanitaria d’Italia e anche a quel permanere in zona gialla motivo d’orgoglio per il presidente della Regione, Luca Zaia? Il dibattito dilaga da settimane in Veneto e ormai ruba sempre più spazio anche nelle riunioni al ministero della Salute. Cosa sta succedendo? Rispetto ai dati scorsi, la difesa è sempre la stessa: l’elevato numero di tamponi rapidi affiancato a quelli molecolari falsa l’indice di incidenza. Secondo Zaia «più tamponi mirati fai, più positivi trovi». Eppure, i morti non mentono. In Italia si piangevano 261 vittime di cui 94 in Veneto, secondo il bollettino del 26 dicembre. Poi, l’annuncio della direttrice dell’Istituto zooprofilattico delle Tre Venezie, Antonia Ricci, dopo il sequenziamento di numerosi campioni: in Veneto ci sono almeno tre casi di «variante inglese» e altre due mutazioni «probabilmente locali» e «probabilmente più contagiose». Questa e non i lunghi mesi in zona gialla, secondo la Regione, potrebbe essere la causa di un contagio dilagante con il suo straziante tributo di vite umane.

Esperti come l’immunologa Antonella Viola, però, dissentono: «Non abbiamo dati per valutare se le varianti sono tanto diffuse da aver inciso sul contagio. A oggi no, non mi convince questa spiegazione. Mi pare altamente improbabile. Ciò che, per contro, abbiamo imparato in questi mesi è che le zone arancione e rossa hanno funzionato e la gialla no. Con un’alta diffusione del virus le mezze misure non funzionano». La lenta ma costante risalita non accenna a scendere e Fabio Ciciliano, esperto di medicina nelle catastrofi, segretario del Cts, conferma che in Veneto sta accadendo qualcosa di diverso rispetto al resto d’Italia: «I numeri delle ultime 24 ore sono in linea con la crescita dei contagi che si registra da alcune settimane, in controtendenza con il dato nazionale». La domanda è: perché? La risposta riconosce, paradossalmente, la grande efficienza della macchina sanitaria veneta: «L’alta incidenza di casi positivi in parte si spiega con il gran numero di tamponi effettuati, che si abbina a un tracciamento molto efficiente e a un grandissimo ricorso ai test rapidi antigenici e tutto ciò fa sì che i tamponi molecolari in particolare siano mirati su persone con elevate possibilità di risultare positive — spiega Ciciliano —. Questa precisazione tecnica non basta, però, e se risultano così tanti positivi e perché c’è comunque una forte circolazione del virus. E ciò dipende in parte, in maniera paradossale, dalla grande capacità di resilienza del sistema sanitario, che ha permesso al Veneto di restare classificato come zona gialla. In questa maniera il virus ha potuto diffondersi più velocemente rispetto alle regioni arancioni o rosse».

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.