La rabbia dei grillini No Vax contro Vito Crimi per un post pro vaccino: “Cosa hai da gioire?”
di Concetto Vecchio
“Traditoreee!” Ieri il capo politico del M5S Vito Crimi ha pubblicato su Facebook un post entusiasta sui primi vaccini anti Covid somministrati in Italia ed è stato ripagato, dalla corrente No Vax della base grillina, della stessa moneta che per tanti anni è stata la specialità della casa: una vagonata di insulti.
“Ma lo sai che la Pfizer non si prenderà la responsabilità di eventuali danni collaterali alla nostra salute? Cosa hai da gioire?”. “Magari sarebbe gradito vedervi in prima linea voi tutti a vaccinarvi, ma ho paura che nessuno di voi lo farà, le cavie e l’80 per cento per l’immunità di gregge saremo solo noi a esserlo”. “Siete essere mentitori: un vaccino non sperimentato, la casa produttrice chiede l’immunità giudiziaria in caso di avversi effetti collaterali e l’Europa glielo concede”: ecco, fior da fiore, alcune delle decine di sanguinose critiche piovute sulla bacheca del povero Crimi.
Ora sarà, come ha calcolato una volta l’immunologo Guido Silvestri, che i No Vax rappresentano per fortuna appena lo 0,7 della popolazione, una frazione che non sposta certo voti, ma la loro voce dentro la militanza Cinquestelle risuona ancora chiassosa. E ciò a dispetto della svolta pro vaccini siglata da Beppe Grillo nel gennaio del 2019, quando aderì al “Patto trasversale per la scienza”, promosso da Roberto Burioni e Guido Silvestri. Ma certe credenze sono dure da estirpare. Del resto per una vita i cinquestelle hanno lisciato il pelo ai No Vax. Demolire i vaccini era uno dei pezzi forti di Grillo nei suoi spettacoli alla fine degli anni Novanta. “Prendi un bambino sano di un anno gli inoculi un virusino e li rimane lì in circolo…”, diceva. E faceva ridere le platee quando urlava indignatissimo che “siamo l’unico Paese al mondo dove esistono dieci vaccini al mondo”, e giù bastonate alle case farmaceutiche che “pagano tangenti per rendere i loro vaccini obbligatori”. Ex grillini com il romano Simone Barillari e la veneta Sara Cunial sono stati il fronte politico più radicale di un movimento che si ritrovò non poche volte a protestare davanti al Parlamento. Una senatrice come Paola Taverna, ancora nel 2015, sostenne in tv che “c’è una sentenza secondo la quale il vaccino può causare l’autismo”. Era un brodo di coltura nel quale si mescolavano complottismo, negazionismo, sfiducia nella scienza, ribellismo contro le élite, anarchismo, stupidità umana. In Puglia qualche grillino arrivò a sostenere che le noci curavano meglio dei sieri e in Lombardia si propose di ridurre l’obbligo dei vaccini pediatrici. Si affermò la tesi, persino in Parlamento, che potesse esserci una relazione anche con la leucemia.
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