La crisi di governo ormai a un passo. Dopo la Befana salta tutto
di ETTORE MARIA COLOMBO
“Presidente, lo hai sentito parlare al Senato? Renzi sta per aprire la crisi di governo. Dobbiamo prevenirne le mosse”. L’accorato appello è di ben due ministri ‘lealisti’ – uno del Pd e uno del M5s – ed è stato rivolto, ieri sera, a Conte. Il premier, però, ancora nicchia. Pensa che un aggiustamento al Recovery Plan, una cabina di regia più allargata, qualche concessione sul programma, un sottosegretario o un dicastero in più, riporterà il leader Iv a più miti consigli.
“È chiaro che non lo conosce” sospirano nel Pd, area Base riformista, dove Renzi lo conoscono, invece, molto bene. I renziani stessi non si nascondono: “All’Epifania al film Conte bis mettiamo la parola the end” sogghignano. Troppi indizi dicono che a inizio 2021, si aprirà la crisi di governo.
La domanda, a quel punto, si sposta tutta sul dopo. Qui le ipotesi divergono a seconda degli interlocutori. Sempre tra i ministri lealisti di Conte, si invita il premier ad anticipare le mosse di Renzi, presentandosi davanti alle Camere e chiedendo un voto di fiducia – modello Prodi 1998 e 2008 – in cui stanare non Renzi, ma i renziani, specie i più tiepidi dicendo loro: “Volete davvero assumervi il peso di far cadere il governo in piena pandemia e farlo con Salvini?”.
La manovra prevede di sfilare truppe a Iv e poggiarsi su una pattuglia di Responsabili azzurri: Conte, così, si salverebbe. L’alternativa è attendere, in modo passivo, la mossa di Renzi.
Un missile a due stadi: lettera di dimissioni delle due ministre di Iv (Bonetti e Bellanova) e apertura della crisi. Da lì, può succedere di tutto. Un Conte bis ‘due’, con gli appetiti di Iv accontentati, un paio di teste che saltano nel Pd (De Micheli) e M5s (Dadone o Azzolina). Un Conte ter, con i due molossi, Di Maio e Orlando, dei due partiti maggiori nel ruolo di vicepremier per arginare Conte e un Renzi che si ‘mangia’ le Infrastrutture e la delega ai Servizi, ottenendo lo scalpo di un Conte dimezzato. Se, invece, Pd e M5s davvero vogliono ergersi a difensor fidei del premier, hanno una sola strada: invocare, salendo al Colle, elezioni anticipate, indisponibili ad altre soluzioni.
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