Renzi fa sul serio: possibile un Conte ter
Un Conte ter? Un governissimo a guida Draghi? Elezioni anticipate? A quel punto, tutti gli scenari si squaderneranno, ma il boccino finirà in una mano sola, quella di Mattarella, che sta improntando il suo penultimo discorso di fine anno agli italiani, dato che a gennaio 2022 scade il suo mandato.
Eppure, la giornata, all’apparenza, era passata in surplace e in sordina, dal punto di vista del termometro della politica. Le delegazioni dei due principali partiti della maggioranza, M5s e Pd, come i re Magi, si sono recati alla sede del Mef per portare le loro osservazioni sul Recover Plan di Conte.
Per i 5Stelle va tutto bene, o quasi, per il Pd va tutto male, o quasi, ma come si sa il Pd ha preso una posizione anodina che ricorda quella dei socialisti riformisti allo scoppio della Prima Guerra Mondiale (“né aderire né sabotare”), linea che oggi si potrebbe tradurre “né con Renzi né con Conte”.
Insomma, il Pd vuole la botte piena (che il governo duri e resti, più o meno, così com’è) e la moglie ubriaca (che Renzi non faccia la crisi accontentandosi delle briciole), ma almeno è una linea. I 5Stelle, invece, balbettano storditi. Oggi, nella conferenza stampa di fine anno, parlerà Conte. E il premier, davanti all’ira di Renzi, qualcosa dovrà pur dire.
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