Conte: «Se verrà meno la fiducia di un partito andrò in Parlamento. Escludo la vaccinazione obbligatoria»
Dal tema politico a quelli dell’emergenza sanitaria. Il premier parla anche di vaccino contro il Coronavirus: «Io stesso per dare il buon esempio lo farei subito ma è giusto rispettare le priorità approvate dalle Camere – afferma -. Quando inizieremo ad avere un impatto significativo potremo dire di aver concluso la fase uno (del piano vaccinale ndr), quando saranno vaccinate 10-15 milioni di persone, non credo prima di aprile». Ad ogni modo, però, l’Italia esclude la vaccinazione obbligatoria. «Lasciamo che parta la campagna vaccinale. Vediamo il riscontro che ci sarà. Confidiamo di poter raggiungere una buona percentuale di popolazione anche su base facoltativa», aggiunge Conte. Poi la domanda sul perché l’Italia non si è assicurata dosi di vaccini come la Germania. «Italia, Francia, Germania e Olanda sono stati i primi paesi che in modo sintonico si sono mossi per l’alleanza per i vaccini, dopo aver già preso contatti con le ditte. Abbiamo consegnato la palla ala commissione Ue. È stata una scelta politica. L’Italia non ha tentato di assicurarsi altre commesse perché le dosi contrattualmente negoziate sono centinaia di milioni. E poi L’Italia non l’ha fatto perché all’articolo 7 del contratto della commissione europea c’è il divieto di approvvigionarsi a livello bilaterale», sostiene Conte che poi tocca il capitolo della scuola. «Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%». «Abbiamo approfittato di dicembre per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità. Abbiamo coinvolto i prefetti, con tutte le autorità coinvolte, per una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C’è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici», conclude.
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