Ricette ideali/ Cosa ci serve per superare le calamità di questo 2020
Il governo decide di quadruplicare il numero di addetti al contact tracing, allineandosi agli standard dei Paesi virtuosi. I soggetti positivi vengono isolati dai familiari, grazie a una rete di Covid-hotel. Le università e le istituzioni private vengono coinvolte in un piano per rafforzare il sequenziamento del virus, in modo da poter scoprire tempestivamente l’eventuale comparsa di varianti pericolose.
Nonostante le difficoltà iniziali, le vaccinazioni procedono secondo le promesse, ossia al ritmo di un milione alla settimana. Le aziende produttrici di vaccini su cui l’Italia ha investito di più superano le attuali difficoltà, e ottengono l’autorizzazione alla commercializzazione. Il numero di dosi acquisite dall’Italia è sufficiente a garantire il raggiungimento dell’immunità di gregge entro l’anno.
Le scuole riaprono, perché governo, regioni e comuni sono riusciti a
rafforzare il trasporto pubblico e a modulare gli orari di ingresso e
uscita. Ogni scuola è dotata di termoscanner e apparecchi di
deumidificazione dell’aria (come previsto da leggi del 1975 e del 1977).
E ora passiamo all’economia. Le previsioni di caduta del Pil 2020 dei
maggiori organismi internazionali si rivelano errate, e si rivela giusta
quella dell’Istat: “solo” -8,9% la contrazione del 2020.
Nel 2021 i lockdown sono rari e circoscritti, perché il contact tracing funziona e il quoziente di positività resta vicino all’1%.
Dopo la fine del blocco dei licenziamenti (31 marzo 2021), le imprese sopravvissute riprendono ad assumere, recuperando rapidamente il tempo perduto durante la lunga fase di “pietrificazione dell’economia”.
Con grande sorpresa di molti economisti, la manovra di bilancio – pur
essendo basata su un aumento della spesa corrente – riesce a sospingere
la ripresa economica: l’Italia cresce al ritmo del 4%, e in un solo
anno recupera quasi la metà delle perdite subite nel 2020.
I soldi europei arrivano prima del previsto, e vengono spesi per
investimenti produttivi, secondo la dottrina del “debito buono” a suo
tempo enunciata da Draghi (meeting di Rimini dello scorso agosto). I
partiti di governo smettono di litigare e paralizzarsi a vicenda,
l’opposizione coopera alla definizione delle priorità di investimento.
Nonostante il rapporto debito/Pil sia prossimo al 160%, i mercati finanziari si fidano dell’Italia e, confortati dal buon uso dei fondi europei e dalle nostre prospettive di crescita, ci prestano denaro a tassi ragionevoli.
L’umore del Paese cambia, un rinnovato spirito di ricostruzione sostituisce il cupo pessimismo di fine 2020. Fantascienza? O ragionevole prospettiva per l’anno che viene? Ognuno giudichi da sé.
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IL MESSAGGERO
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