Mattarella, l’appello all’unità rivolto anche ai partiti: «È tempo di costruttori, nei prossimi mesi non sono ammesse distrazioni»
Forse troppo, come qualche esperienza del passato recente ha dimostrato. Insomma, è una questione di «unità morale e civile degli italiani» realizzare – e senza «annullare diversità di idee, ruoli e interessi» – «la convergenza» di cui il Paese ha bisogno e che in passato ci ha permesso di superare stagioni «di grande e talvolta drammatica difficoltà». Ora, ha aggiunto, con trasparente riferimento alle dispute sul Recovery Fund e sposando le proposte di fare un «debito buono» avanzate da Mario Draghi, «cambiamo ciò che va cambiato…», con scelte «concrete, efficaci, rigorose, senza disperdere risorse»(qui le reazioni al discorso, da Conte a Zingaretti e Berlusconi).
Il che significa un no all’eterno vizio delle mancette e dei sussidi a pioggia, che non servirebbero alla ripresa. L’altro nodo politico accennato nel messaggio dal capo dello Stato riguarda il suo stesso destino al vertice delle istituzioni. «Quello che inizia sarà il mio ultimo anno come presidente della Repubblica», dice. E così liquida gli scenari di una sua rielezione, a fine gennaio 2022, ventilati da più parti. Semplicemente, non ne ha alcuna voglia.
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