L’affondo di Renzi: al Quirinale va portata l’intesa per un nuovo esecutivo, Conte non ha più i voti
di Francesco Verderami
Sostiene Renzi che il capo dello Stato è rispettoso del ruolo della politica, e la politica dev’essere rispettosa verso il Capo dello Stato. Nei colloqui avuti ieri con esponenti di partito, il leader di Italia viva ha utilizzato un gioco di parole per offrire la sua interpretazione del messaggio di fine anno di Mattarella. Ha spiegato che il presidente della Repubblica «non ci ha fermati», non ha posto cioè veti e tantomeno si è schierato nel conflitto tra Iv e il premier. Ma ha anche aggiunto che c’è un solo modo perché la politica possa ricambiare il rispetto del Quirinale: «Al capo dello Stato va portata la soluzione».
«La soluzione» sarebbe un accordo per nuovo governo. Così dicendo, Renzi ha confermato di essere già proiettato oltre il Conte 2, dando per scontata la fine dell’attuale esecutivo. Fine che — a suo giudizio — il presidente del Consiglio ha accelerato «quando ha annunciato di voler andare in Parlamento»: «Si è trattato di un passo falso. Lui pensava di fare con noi il gioco del cerino, per metterci paura e additarci come irresponsabili che non hanno a cuore il bene del Paese. In realtà è Palazzo Chigi che oggi appare immobile davanti all’emergenza. E in assenza di novità, che immagino non ci saranno, il sette gennaio noi ci assumeremo la responsabilità di ritirare la nostra delegazione di ministri». La crisi allora verrà formalizzata, e a quel punto Renzi vorrà vedere se Conte deciderà davvero di andare alla conta in Parlamento: «Magari mi sbaglierò e avrà i numeri con il sostegno dei responsabili». Con buona dose di perfidia ha raccontato di un’indiscrezione ricevuta: «Pare che il vice segretario del Pd Orlando stia parlando con il governatore Toti. Si tratterà di questioni liguri…».
In ogni caso, Renzi è convinto che se il premier scegliesse lo show down«andrebbe sotto, come accadde a Prodi. E uscirebbe definitivamente di scena», siccome sarebbe difficile ipotizzare un suo reincarico. Quella di Renzi sarà pure una strategia della tensione messa in atto contro il presidente del Consiglio, ma ci sarà un motivo se giudica «una mossa suicida» l’affermazione fatta nella conferenza stampa di fine anno: «Perché non solo non ha messo in sicurezza il Conte bis ma ha messo a rischio anche il Conte ter. E ammesso anche che vincesse, cioè che trovasse i numeri, vorrei vederlo poi…». È una cosa che Franceschini non vorrebbe vedere: sebbene sia schierato a difesa del governo, il capodelegazione del Pd è terrorizzato all’idea di un esecutivo che si regge su un gruppetto di responsabili e privo del controllo delle commissioni Parlamentari. Perciò il ministro della Cultura è scettico sulla prova di forza contro Renzi alle Camere.
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