Coronavirus, restrizioni fino a metà gennaio anche nelle regioni gialle

di Fiorenza Sarzanini

Coronavirus, restrizioni fino a metà gennaio anche nelle regioni gialle

La curva epidemiologica continua a salire e anche nelle regioni gialle le riaperture previste per il 7 gennaio non sembrano più scontate. Già martedì, quando l’Istituto superiore di Sanità esaminerà l’andamento del contagio da Sars-CoV-2, il governo potrebbe decidere di prorogare alcune restrizioni, almeno fino alla scadenza del Dpcm previsto per il 15 gennaio. Ci sono sei regioni che potrebbero cambiare fascia già venerdì 8 gennaio, altre sono in una situazione di rischio. Con la riapertura delle scuole e la mobilità che torna libera, c’è il timore che la situazione si aggravi ulteriormente e per questo si sta valutando come e dove intervenire. Ieri il ministro della Salute Roberto Speranza ha fissato al 18 gennaio la riapertura degli impianti sciistici, rinviando di due settimane la data fissata d’accordo con i gestori. Ora si esaminano le scadenze per gli altri settori.

L’indice Rt: tra 1,25 e 1,50

Secondo i criteri fissati dal ministero della Salute, le regioni che hanno un Rt superiore all’1,25 rischiano di passare in fascia arancione, quelle che vanno oltre l’1,50 potrebbero entrare in fascia rossa. Naturalmente devono essere tenuti in considerazione tutti i parametri del monitoraggio e dunque nulla è ancora deciso, ma i contatti tra gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità e i delegati dei governatori mirano proprio a stabilire che cosa dovrà accadere dall’8 gennaio: da valutare le misure necessarie per scongiurare che anche i sacrifici fatti dai cittadini in queste ultime due settimane natalizie possano essere vanificati.

Le sei regioni a rischio

Il bollettino del 29 dicembre evidenziava come «Veneto, Liguria, Calabria hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel valore inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2, mentre Basilicata, Lombardia e Puglia lo superano nel valore medio, e Marche, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia lo sfiorano». Ecco perché gli esperti suggerivano di «considerare di applicare le misure previste, per i livelli di rischio attribuiti, anche oltre le scadenze attuali» e nelle conclusioni sottolineavano quindi «la necessità di mantenere nel tempo la linea di rigore delle misure di mitigazione adottate nel periodo delle festività natalizie».

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