Zona rossa, arancione: per le Regioni cambia il sistema dei colori. In arrivo parametri più duri
di Mauro Evangelisti
Il 7 gennaio si torna al sistema dei colori delle Regioni decisi sulla base dei 21 indicatori che valutano l’andamento dell’epidemia di Sars-CoV-2. Finisce il «periodo speciale», con i giorni rossi e arancioni uguali per tutti durante le feste di Natale. Ma come si riparte? Con il livello più basso di giallo ovunque, salvo che non si anticipi la riunione della cabina di regia, prevista per ora per venerdì 8 gennaio, quando si stileranno le nuove pagelle e decideranno i nuovi colori. Infine, il 15 gennaio scade il provvedimento del governo che regola il sistema e i 21 indicatori potrebbero essere rivisti. Non solo nella direzione chiesta dalle Regioni, che spingono per inserire anche i tamponi rapidi quando si valuta la capacità di fare tracciamento. Al Ministero della Salute si sono accorti che avere fissato a 1,25 il livello minimo dell’Rt (l’indice di trasmissione del virus) per entrare nello scenario 3 con possibile passaggio a fascia arancione e a 1,50 per lo scenario 4 e la fascia rossa, può essere poco efficace. Si rischia di intervenire tardi, quando una regione è ormai in difficoltà. Il caso del Veneto, in fondo, dimostra i limiti del meccanismo.
Scuola, il governo insiste per riaprire il 7 gennaio. Le Regioni: «Siamo preoccupati»
Resilienza
La
regione di Zaia ha visto una diffusione del virus molto intensa,
eppure, proprio per il sistema dell’Rt, ma anche per una buona risposta
del sistema sanitario locale, è sempre rimasta gialla e questo potrebbe
non averla aiutata. Nell’ultimo report del 31 dicembre l’Rt puntuale era
a 1,07, certo allarmante perché sopra il livello critico di 1, ma non
tale da fare scattare la fascia arancione. L’8 gennaio si valuterà
l’evolversi della situazione, ma la procedura nelle settimane successive
sarà rivista. I tecnici ipotizzano di abbassare a 1,1 il valore dell’Rt
che prevede le contromisure, andando però a equilibrare questo dato con
quello dell’incidenza, vale a dire il numero di nuovi casi positivi
ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni. Il valore virtuoso prevede
di restare sotto a 50, oggi l’Italia è a 305, il Veneto a 968, il Lazio
a 285, l’Abruzzo a 168, l’Umbria a 196, le Marche a 293, la Campania a
179 e l’Emilia-Romagna a 412, per fare alcuni esempi.
Circolare
Sintetizzando: il sistema dei colori, per affrontare i mesi delicati fino a primavera, sarà reso più rigido, rendendo più tempestivo il ricorso alle fasce arancioni e rosse per le regioni in difficoltà. In parallelo, tra domani e dopodomani, il Ministero della Salute emanerà una circolare che farà ordine nel sistema dei tamponi rapidi antigenici. Ormai la valutazione del tasso di positività, sul totale dei casi testati, è totalmente disomogenea da Regione a Regione, perché non tiene conto, nei calcoli, proprio dei rapidi. Alcuni esempi: Lazio e Veneto sono tra le Regioni che ne eseguono di più al giorno, rispettivamente 40.000 e 60.000.
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