Sanità in tilt in Lombardia. Tutti in ferie: più che il Covid poté Gallera

di GABRIELE CANÈ

La palude è talmente fangosa, la matassa talmente intricata, che non si sa nemmeno dove cercare il bandolo. Parli di vaccini, e non capisci come mai non ci siamo già “fumati” in un baleno tutti quelli di cui siamo in possesso. Che non sono tanti, un antipasto, e non vanno distribuiti alla gente comune, ma somministrati negli ospedali e nelle Rsa. Dove ci sono medici, siringhe, ambulatori. Dove un’iniezione te la possono fare anche mentre passi nel corridoio. Poi, certo, mica sono tutti lì a curare i malati. Qualcuno è in ferie, e l’assessore Gallera ci ha spiegato che in Lombardia sono in ritardo, perché non poteva essere interrotto il meritato riposo.

Con una pandemia in giro, con i morti che si accatastano nei cimiteri, nella regione martire d’Italia? Meglio forse, al prossimo giro, “interrompere” Gallera. Parli di vaccini, e ti proietti nel futuro. Ma non nel senso di guardare avanti, a un’Italia e a un mondo più sicuri, immuni da questa pestilenza. Magari. No, sono i responsabili della vaccinazione che parlano al futuro. Dal Governo, al commissario Arcuri, l’uomo a cui non bisogna chiedere mai, alle Regioni. “Vedremo, faremo, stiamo cercando”. Già. Chi ci vaccinerà, dove, quando? Palestre, teatri, farmacisti, medici di base? Il problema è allo studio. “Vi faremo sapere”.

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