Sanità in tilt in Lombardia. Tutti in ferie: più che il Covid poté Gallera

E allora uno si chiede se fanno apposta, allora dovrebbero intervenire le Procure, o se, come è più probabile, il meccanismo di controllo e i controllori della pandemia non sono del tutto all’altezza del compito. Il che è quasi peggio. Perché è dal primo giorno del primo malato che si dice: “Poi arriveranno i vaccini”. Dunque, come si preparano i libri per l’inizio della scuola, da mesi avrebbe dovuto essere pronto un banale, normale piano generale di vaccinazione. Voi direte. Giusto, ma se non hanno funzionato le casse integrazioni, il ritorno in classe, i trasporti, e molto altro, perché mai dovrebbe funzionare come si deve la vaccinazione? Perché qui c’è di mezzo la salute, la nostra pelle. Per cui non ci interessano i gazebo firmati a forma di primula. Ci basta una tenda militare installata in una piazza per farci una benedetta dose. Semplice. Detto questo, non disperiamo. Anche ai mondiali di calcio del 1982 ci davano per spacciati. Poi vincemmo. Questa volta, per ora, ci basta pareggiare: un italiano, una dose. In fretta. Basta trovare il bandolo della matassa. E soprattutto qualcuno che lo sappia almeno cercare.

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