Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 4 gennaio: 10.800 nuovi casi e 348 morti
In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 2.166.244 persone (compresi guariti e morti) hanno contratto il virus Sars-CoV-2: i nuovi casi sono 10.800*, +0,5% rispetto al giorno prima (ieri erano +14.245), mentre i decessi odierni sono 348, +0,5% (ieri erano +347), per un totale di 75.680 vittime da febbraio. Le persone guarite o dimesse sono 1.520.106 complessivamente: 16.202 quelle uscite oggi dall’incubo Covid, +1,1% (ieri erano +14.746). E gli attuali positivi — i soggetti che adesso hanno il virus — risultano essere in totale 570.458, pari a -5.756 rispetto a ieri, -1% (ieri erano -848). La flessione degli attuali positivi di oggi — con il segno meno davanti — dipende dal fatto che i guariti, sommati ai decessi, sono in numero maggiore rispetto ai nuovi casi.
I cittadini vaccinati sono oltre 118 mila, per la precisione 118.713 secondo i dati del 4 gennaio forniti alle ore 12.43, come indica il «Report vaccini anti Covid-19» in continuo aggiornamento sul sito del governo e consultabile qui.
I tamponi sono stati 77.993, ovvero 24.981 in meno rispetto a ieri quando erano stati 102.974. Mentre il tasso di positività è del 13,8% (l’approssimazione di 13,847%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti più di 13 sono risultati positivi; come ieri quando era del 13,8%. Qui la mappa del contagio in Italia.
Meno contagi in 24 ore rispetto a ieri. È il risultato generato da un minor numero di tamponi, come accade sempre il lunedì — l’effetto weekend —, visto che il lunedì si contano le analisi processate di domenica, in quantità inferiore rispetto a quelle infrasettimanali (e dei festivi). Un piccolo buon segnale è dato dal rapporto di casi su tamponi (il tasso di positività) che si stabilizza, attestandosi al 13,8% per il secondo giorno consecutivo: la cosa importante è che questa percentuale non si alza, come abbiamo visto comportarsi altre volte per l’effetto di meno test. «Stiamo mitigando la malattia, riducendo la velocità di contagio, ma non riusciamo a controllarla», dice Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano. «La situazione è ancora critica e decisamente instabile», sottolinea il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo.
Pages: 1 2