Conte sul governo: «Pronto a rafforzare la mia squadra. Sì a un rimpasto, no ad altre operazioni»
Dialogare, confrontarsi fino all’ultimo minuto utile, spalancare metaforicamente porte e finestre di Palazzo Chigi per trovare un accordo con Italia viva che scongiuri la crisi di governo. Nella notte, a margine del Consiglio dei ministri sulle regole anti-Covid, Conte confidava di sperare ancora in una ricomposizione dei rapporti con Renzi: sedersi al tavolo con i leader e siglare l’intesa per quel «patto di legislatura» auspicato dal segretario del Pd Zingaretti.
«Una crisi di governo in questo momento, con il virus che corre e la campagna vaccinale appena iniziata? – è l’incubo del premier -. Se mi chiedono di rafforzare la squadra per lavorare ancora meglio sono disponibile, ma altre operazioni risulterebbero incomprensibili ai cittadini». Eppure le trattative, per dirla nel modo più prosaico, si sono «incartate». A sentire i ministri lo scenario di una crisi di governo, che Conte e Zingaretti stanno provando in ogni modo a evitare, non è affatto escluso. Ma non è di una crisi al buio che si parla, perché sarebbe troppo rischiosa anche per Renzi. «Matteo vuole la testa di Conte per poi riattaccarla – è la sintesi brutale di uno “sherpa” –. Però Conte non si fida». L’ex premier, che tre settimane fa aveva rassicurato il presidente Mattarella («Non voglio aprire la crisi») pensa ancora di poter costringere Conte a salire al Quirinale e non si accontenta di un «rimpastino». Come spiegano i suoi «sarebbe ridicolo, dopo tutto il casino che ha armato». Renzi vuole costringere l’avvocato a trattare programma e squadra di un nuovo governo, in cui i tutti i leader di maggioranza avrebbero un ruolo da ministro o vicepremier e in cui Italia viva peserebbe di più.
Il senatore di Rignano non romperebbe sul Recovery e non farebbe dimettere le «sue» ministre Bellanova e Bonetti, ma l’inquilino di Palazzo Chigi dovrebbe accettare la fine del Conte bis e il rischio della crisi, sia pure «pilotata». Insomma, i partiti dovrebbero concordare l’esigenza di un nuovo esecutivo e rappresentare al capo dello Stato la volontà che a guidarlo sia sempre Conte, unico leader che al momento può garantire l’unità dei 5 stelle e il patto con il Pd.
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