Tutti i dubbi da chiarire sui vaccini

Non si tratta tanto, o solo, di mettere, nei limiti del possibile, nero su bianco quante dosi avremo dell’uno e dell’altro tipo e quando. Si tratta, anche, di dare informazioni trasparenti e facilmente «leggibili» sulla situazione italiana e internazionale, sottolineando che l’urgenza che viene avvertita e sollevata da più parti non potrà avere risposte del tipo «tutto e subito» come ognuno di noi desidererebbe. Anche se arrivassero tonnellate di dosi di questo o di quel preparato domani non sarebbe possibile somministrarlo a tutti immediatamente. Certo, si può dire che ci si sarebbe dovuto pensare prima e su questo i posteri di cui sopra avranno di che emettere le loro sentenze. Ma ora una politica sana, saggia e realistica dovrebbe cercare di sgombrare ogni dubbio su eventuali inefficienze ma anche dichiarare in quali termini l’efficienza può essere declinata.

Allo stesso modo comunicazione istituzionale, e media in generale, sono chiamati a puntualizzare ciò che è vero ritardo e ciò che ritardo non è. Comincia, fra l’altro, a essere diffuso il risentimento verso Ema ed Fda perché non hanno ancora approvato il vaccino Oxford-AstraZeneca, su cui l’Italia, e non solo, ha puntato in modo massiccio per ragioni comprensibili di logistica più ancora che di prezzo. Va sottolineato che le agenzie regolatorie hanno tutto l’interesse ad approvare tempestivamente soluzioni che possano contribuire ad arginare la pandemia, ma se derogassero ai criteri necessari per garantire efficacia e sicurezza si macchierebbero di una mancanza imperdonabile e nessuno le assolverebbe in caso di problemi gravi causati dal vaccino. Certo India, Gran Bretagna e Argentina hanno già dato il loro imprimatur, ma ci sono ottime ragioni per tenersi strette le procedure di Ema ed Fda.

Né ottimismo ingenuo né realismo tragico, la parola chiave ora deve essere fiducia, che le istituzioni chiedono ma che devono anche dare ai cittadini, rivolgendosi a loro con una comunicazione «adulta», trasparente e chiara. Chiarezza che sarà necessaria circa il piano vaccinale ma anche su come avverrà il coinvolgimento dei cittadini. Perché la sfiducia si nutre anche del non avere idea, banalmente, non soltanto di quando si verrà vaccinati, ma di come potrà, per esempio, accorgersi di un avviso di convocazione un anziano che non sia abituato a usare il telefonino o non sappia scaricare un’app dallo smartphone. C’è da esercitare fiducia anche su questo, sperando che non sia ottimismo ingenuo. Con tutto ciò, la luce in fondo al tunnel continua a esserci e la fine del tunnel non è ancora prossima ma si avvicina ogni giorno. Su questo si può avere, in ogni caso, ragionevole fiducia.

CORRIERE.IT

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.