Recovery, in arrivo più soldi per sanità, istruzione e Comuni
di Andrea Bassi e Rosario Dimito
Riscrivere il Recovery plan italiano, per recepire le indicazioni arrivate dai partiti che sostengono la maggioranza di governo, si sta rivelando più complesso e lungo del previsto. Ieri al ministero dell’Economia è stata un’altra lunghissima giornata di lavoro preliminare alla stesura del testo. Che non è stato però, ancora consegnato a Palazzo Chigi come era nelle intenzioni. Servirà del tempo extra, forse il documento potrà essere inviato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte oggi pomeriggio. Ma il condizionale è ancora d’obbligo. Qualche punto fermo comunque, è stato messo. Alcuni capitoli del programma italiano usciranno rafforzati. Si tratta della sanità, dell’istruzione e delle politiche per i lavoro, soprattutto quello giovanile. Tutti insieme avranno a disposizione tra i 7 e i 9 miliardi di euro in più rispetto alla precedente bozza, quella impugnata da Italia Viva di Matteo Renzi anche per i fondi esigui destinati al capitolo salute (9 miliardi su 196). APPROFONDIMENTI
Ma nonostante lo sforzo extra del Tesoro, la sanità sarà comunque lontana da coprire quel fabbisogno di fondi che il ministro Roberto Speranza aveva quantificato in 65 miliardi. Per questo si fa strada l’idea di attingere, seppure parzialmente, ai fondi del Mes sanitario, i 36 miliardi messi a disposizione dall’Europa attraverso il fondo salva-Stati. Ma questa trattativa è su un altro tavolo, parallelo a quello tecnico del Recovery. Altro tema delicato riguarda la creazione di una fondazione per la Cybersecurity. Il capitolo, caro al presidente del Consiglio Conte, è stato cancellato. Anche se, fanno notare alcune fonti alle prese con il dossier, l’esigenza resta. Il passaggio tuttavia, toccando le attività dei servizi segreti si è rivelato politicamente troppo complesso da affrontare.
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