Il Recovery di Berlusconi. “Tre riforme chiave: fisco giustizia e burocrazia”

Anna Maria Greco

Il Recovery plan secondo Silvio Berlusconi è strategico e concreto, ben diverso da quello di Palazzo Chigi.

Invece di sprecare in mille rivoli e bonus i 209 miliardi dell’Europa, dice il leader di Forza Italia, bisogna concentrarsi su tre grandi riforme strutturali, le fondamenta del palazzo Italia.

Per quello che chiama il «Piano Marshall del XXI secolo», il Cavaliere avverte il premier Conte: «Basta con la spesa dispersiva e orientata al consenso». La proposta di 200 pagine, illustrata in una lettera al Sole 24 ore, sarà presentata ufficialmente oggi alle 16 in una conferenza stampa su Zoom, con l’aiuto 237 slide. Rappresenta, dice Berlusconi, «un grande progetto di rilancio del nostro Paese, con una particolare attenzione al Mezzogiorno». Riforma della Pubblica amministrazione, del fisco e della giustizia, sono le basi per la ricostruzione dopo la pandemia, secondo Fi.

Il leader azzurro parla da convinto europeista, l’unico nel centrodestra, e rivendica di aver molto lavorato a Bruxelles, con il suo vice, ed ex presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani, perché si arrivasse a questo poderoso piano di aiuti all’Italia. «Senza uscire dall’oppressione fiscale – spiega -, burocratica, giudiziaria l’Italia non potrà mai proiettarsi davvero verso la modernità. La sfida del Recovery è quella di coniugare riforme oramai improcrastinabili come pre-condizione dalla quale far discendere i progetti da finanziare con le risorse a disposizione. È necessario un cambio di paradigma nel rapporto fra pubblico e privato, basato sulle centralità della persona soggetto di diritti e di beni, che lo Stato può sottrarre solo con limiti rigidi e per ragioni di stretta necessità».

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