Il Recovery di Berlusconi. “Tre riforme chiave: fisco giustizia e burocrazia”
La proposta di Fi, cui ha molto lavorato insieme a Tajani anche Giorgio Mulè, coordinando i 28 dipartimenti azzurri, traccia la rotta e le linee principali su cui muoversi ma va anche nei dettagli di ogni intervento settoriale. Per la giustizia, ad esempio, si suggerisce di ridurre i collegi in Cassazione da 5 a 3 giudici, come negli altri gradi, aumentando così le forze per ridurre l’immenso arretrato. Per la sanità si vuole potenziare le strutture sul territorio, in modo da ridurre l’accesso agli ospedali ai reali casi di necessità. Per la Pubblica amministrazione si chiede la semplificazione in materia di appalti. Per le infrastrutture si affronta anche il progetto sempre caro al Cav del ponte sullo Stretto, per Roma si indicano interventi specifici per la viabilità dalle strade alla metro, per campi che vanno dall’agricoltura alla pesca si punta anche sulle applicazioni possibili grazie alla «economia dello spazio», per la crisi demografica si indica come utilizzare 30 miliardi, per i giovani si chiedono investimenti su formazione professionale, voucher per il lavoro, incentivi fiscali e contributivi per le nuove assunzioni.
Secondo Mulè, Berlusconi dà una lezione alla maggioranza, che «in queste ore non è preoccupata di perfezionare i progetti del Recovery ma delle quote tra i partiti con le poltrone da dividere». Quello individuato dal Cav è «un cronoprogramma dettagliato, mentre il governo è fermo nella palude dell’inconcludenza», fa eco la presidente dei senatori azzurri Anna Maria Bernini. E di «rivoluzione del buon senso e del pragmatismo» parla la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini. A Conte, che promette di riattivare il confronto con parlamento e opposizione, risponde la vicepresidente azzurra della Camera, Mara Carfagna: «Parole già sentite cui non sono mai seguiti i fatti. Sui fondi europei non si può giocare una partita in solitaria».
IL GIORNALE
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