Usa, il Congresso conferma Biden. I dem: «Trump va cacciato subito»
di Giuseppe Sarcina
Il giorno dopo l’assalto a Capitol Hill, arriva la resa dei conti con Donald Trump. Se ne deve andare, «rimozione immediata», chiedono i leader democratici del Congresso, la Speaker Nancy Pelosi e il futuro leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer. Il presidente in carica dovrà comunque lasciare lo Studio Ovale alle ore 12 del prossimo 20 gennaio. Ma il partito democratico ribolle di rabbia per quello che Pelosi ha definito «l’atto di sedizione del presidente».
I due capi parlamentari chiedono al vice presidente, Mike Pence, di applicare il 25° emendamento della Costituzione, una procedura complessa che consente la sostituzione del presidente, nel caso «di incapacità di assolvere i suoi doveri». È una strada politicamente praticabile? Pence, riferiscono i media americani, è scosso e si sente «tradito» dal comportamento di Trump. Ma non sembra pronto a uno strappo così clamoroso.
Pelosi e Schumer annunciano che, se Pence non si muoverà, convocheranno le Camere per incardinare l’impeachment. Anche questo tentativo, probabilmente, non riuscirebbe. Ma la novità politica è che di queste ipotesi se ne parla anche tra i repubblicani. Il deputato Adam Kinziger, dell’Illinois, ha dichiarato di condividere il ricorso al 25° emendamento. E diversi ministri ne starebbero discutendo seriamente. Altri stanno lasciando gli incarichi. Ieri, tra gli altri, si è dimessa Elaine Chao, Segretaria ai Trasporti e moglie di Mitch McConnell, il capogruppo dei repubblicani al Senato.
L’atmosfera nel Congresso è cambiata profondamente la sera del 6 gennaio. Deputati e senatori sono rientrati nelle Aule per completare la ratifica del voto. Poco dopo le 3, il vice presidente Mike Pence, nella sua veste ha dichiarato ufficialmente eletto Joe Biden, con lo stesso numero di rappresentanti del Collegio elettorale che era noto fin dal 7 novembre: 306 contro i 232 da Donald Trump. Un esito ostacolato da sei senatori repubblicani, tra i quali Ted Cruz (Texas) e Josh Hawley (Missouri). È l’ultima falange dei trumpiani nel Congresso, quella che potrebbe ancora salvare il presidente in caso di voto su impeachment o 25° emendamento (in entrambi i casi serve la maggioranza dei 2/3 alla Camera e al Senato).
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