Governo, il Conte ter sblocca la crisi Intesa vicina: dentro Boschi e Orlando


L’iter procedurale, seppur dopo molte riflessioni, sembra accontentare i duellanti anche se nell’entourage di Conte le resistenze non mancano, così come dentro Iv si dice che «avremmo preferito un altro premier, anche del Pd». Ma la road map, disegnata con l’assenso del Colle e condivisa dal Nazareno, alla fine sembra l’unica possibile. 
Renzi otterrebbe le dimissioni e quindi non solo un ritocchino alla squadra di governo, ma un nuovo esecutivo con un nuovo programma. Il presidente del Consiglio avrebbe la garanzia che, qualora Iv si dovesse ritirare dalla composizione del Conte 3 cercando magari un nuovo premier o una diversa maggioranza, conserverebbe la possibilità di presentarsi in Parlamento per la sfida finale. 


Resta però ancora da comporre l’accordo sul programma e sulla squadra di governo. Renzi ha reso noti i trenta punti “dolenti” inviati giorni fa al dem Goffredo Bettini sotto forma di documento nel quale c’è un po’ di tutto e avrebbero lo scopo di raddrizzare – secondo IV – di dare una scossa all’azione del governo.


Ma sgomberato l’equivoco sul Ponte sullo Stretto, resta il nodo dell’attivazione del Mes per i 36 miliardi della sanità che potrebbe arrivare al tavolo del programma in formato mini (10 o 15), anche se nel Recovery i miliardi per il sistema sanitario arrivano a 18. Passa invece ad un sottosegretario la delega ai Servizi così come chiesto da Iv. La trattativa con i renziani è “gestita” soprattutto da Dario Franceschini che triangola con Renzi e il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Non risulta invece ancora nessun colloquio diretto tra il presidente del Consiglio e Renzi. Anche se prima o poi un incontro, magari non a due, è nelle cose. Resta però una buona dose di incomunicabilità che non aiuta la composizione della crisi.


E’ per questo che tra i dem non si esclude che alla fine possa essere Conte a chiedere a Renzi di entrare nel governo in modo da tutelarsi meglio in vista di possibili nuove fibrillazioni. Sotto la forte spinta del Pd e del Quirinale la crisi latente della maggioranza potrebbe quindi risolversi nel giro di una settimana anche se, specie in area grillina, continuano forti le spinte per andare a una resa dei conti in Parlamento che rischia però di trasformarsi in un suicidio collettivo.

IL MESSAGGERO
 

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