Sì al Recovery e dimissioni. Renzi: “Il Paese in sicurezza”

di ETTORE MARIA COLOMBO

“Le nostre due ministre (Bellanova e Bonetti, ndr) stanno svuotando i cassetti dei loro uffici e oggi si dimetteranno, subito dopo il Cdm se finirà stanotte o all’alba di domani”. Il big renziano che spiega al QN la tempistica della crisi di governo che, oggi, da strisciante si farà reale, non ha dubbi. Non li ha neppure il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Ieri l’ex premier ha parlato, in chiaro, di Mes, chiedendolo a viva voce, di Recovery, che ancora non c’è, e molto altro. I suoi lo hanno trovato (era il giorno del suo compleanno) determinato e convinto della scelta dello showdown finale. “Siamo responsabili, ma non siamo soddisfatti da Conte”, il refrain del leader di Iv che indica ai suoi una strada chiara: mettere in sicurezza tutto quello che c’è da mettere, Recovery Plan compreso, ‘dopo’, in Parlamento, ma intanto aprire la crisi e ottenere le dimissioni formali di Conte. Sbotta un renziano di primo livello, “Il Recovery Plan lo metteremo ‘in sicurezza’, ma nelle Camere. Punto”.

Le due ministre – che ieri hanno fatto sapere che parteciperanno ‘prima’ al Cdm e casomai durante o dopo procederanno alle dimissioni e al loro ritiro – potrebbero astenersi, o persino votare a favore dell’ultima bozza del Recovery, ma non fermerà l’apertura della crisi.

Le mosse di Iv, oggi, dovrebbero dunque essere queste. Si terrà il Cdm in cui Conte porterà il Recovery Plan e, forse il dl Ristori e lo scostamento di bilancio di 24 miliardi (anche se dl ristori e scostamento potrebbero ritardare di un giorno o due). Iv ritirerà la delegazione dal governo e annuncerà – con una conferenza stampa che terrà forse subito dopo – che “quando quei provvedimenti arriveranno in Parlamento, dirà sì a tutti per mettere in sicurezza il Paese”.

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