Crisi di governo, Renzi-Conte e quel feeling (impossibile): «Incapace», «pensa a sé»
«Io certe dinamiche le capisco e le so valutare. Anche perché, se permetti, ho fatto il presidente del Consiglio per più di mille giorni. Ecco, il professore per me è un incapace. Sarà anche simpatico, una brava persona, tutto quello che volete. Ma è inadeguato al ruolo che ricopre. E per me deve andare a casa, lui e pure Casalino. Adesso, per favore, dovresti andargli a dire che te l’ho detto». In attesa che sguardi e lame ideali si incrocino in Parlamento, magari nel dibattito sulla fiducia-sfiducia al governo uscente, l’acme del duello rusticano tra Matteo Renzi e «il professore», come il senatore di Rignano chiama il presidente del Consiglio con intento evidentemente canzonatorio, si è raggiunta per interposta persona. Il giorno prima della Vigilia di Natale, quando non era chiaro a tutti il punto fino al quale voleva tirare la corda, il leader di Italia viva ha chiamato due ministri dell’esecutivo perché consegnassero «l’imbasciata» al premier.«Deve andarsene perché non è capace». A quel punto, assecondando quell’indole per alcuni tardodemocristiana, nonché la propensione a sopire i conflitti, Conte ha alzato il telefono e ha chiamato Renzi. Uno squillo, poi due, tre, quattro, cinque, sei. Dal cellulare privato, senza intermediazioni di segreterie o centralini perché — avrebbe poi spiegato il premier — «non volevo urtarlo o fare la parte del superiore». Nessuna risposta.
Nello scambio di messaggi che ne è seguito, Conte ha sempre chiamato Renzi «Matteo» e Renzi non ha mai nominato la parola «Giuseppe». «Ti avevo chiamato per farti gli auguri, Matteo. Sia a te che alla tua famiglia. Buone festività» (Conte); «Un augurio anche a te e ai tuoi. A presto» (Renzi). A Capodanno, stessa storia: «Matteo ti faccio gli auguri di buon anno anche in famiglia» (Conte); «Auguri a voi. Buon 2021» (Renzi). Poi all’Epifania: «Matteo ti chiamerà Gualtieri per aggiornarti sulla revisione del Recovery plan. Mi sembra che tenga conto di molti vostri suggerimenti» (Conte); «Aspettiamo voi allora. Buona Epifania a te» (Renzi). Conciliante il primo, gelido il secondo.
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