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Buone notizie anche sul fronte Astrazeneca, a un passo dall’entrata in scena: l’agenzia europea del farmaco Ema ha in mano la richiesta di commercializzazione firmata dalla casa farmaceutica e dovrebbe dare la sua autorizzazione entro il 28 gennaio. «Confidiamo che arrivi, a febbraio, AstraZeneca – spiega Walter Ricciardi, docente di Igiene all’università Cattolica e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza – e questo ci consentirà di fare una vera campagna vaccinale di massa». Impossibile da pianificare senza la garanzia di magazzini pieni e costantemente riforniti di fiale. «Moderna – aggiunge Ricciardi – ci dà una quantità di dosi di vaccino inferiore rispetto a Pfizer. Ma tutto quello che viene è benvenuto per migliorare l’offerta vaccinale».
Al ventaglio dei sette vaccini già previsti, se ne potrebbe aggiungere un ottavo destinato all’Europa. È quello prodotto da Valneva, compagnia biotecnologica francese.
E anche le forniture in arrivo dalla Loira potrebbero fare la loro parte per ovviare all’incubo forniture che, secondo Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, sono «il vero collo di bottiglia della campagna vaccinale». Per evitare rallentamenti, Ippolito tira in ballo i medici di famiglia: «Penso che sia fondamentale, soprattutto nella prima fase della campagna vaccinale, nella quale occorrerà immunizzare le persone molto anziane, avere una capacità elevata di portare la vaccinazione a domicilio. Anche coinvolgere attivamente le reti dei medici di famiglia e delle farmacie può essere utile, soprattutto quando ci sarà maggiore disponibilità di vaccini». Si spera quindi dall’inizio di febbraio.
IL GIORNALE
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