Prodi: «Recovery Fund, ci vuole un’Authority. Unità nazionale impossibile, troppe liti»
di Mario Ajello
Professor Romano Prodi, adesso che cosa accadrà?
«Difficilissimo fare previsioni. Perché lo scontro è diventato anche personale. E nessuno dei protagonisti sembra avere una strategia chiara. Il punto vero, al di là di tutto, è il Recovery Fund».
Lei è stato critico, su questo, nei confronti di Conte.
«Sì, lo sono stato. Ma l’ultimo testo è molto migliorato. Le 172 pagine del documento contengono finalmente un piano organico e corrispondente a quello che vuole l’Europa. E, finalmente, è anche scritto in un buon italiano. Indica i grandi capitoli di spesa e sposta risorse dagli incentivi agli investimenti. Adesso però viene il difficile: tradurre questo schema corretto nei progetti concreti da mettere in atto».
Governo di scopo/L’accordo che serve per superare l’emergenza
Potrebbe essere un buon inizio per il Conte Ter?
«Perché lei ha già la formula di un nuovo governo? L’importante è dare subito vita a un organismo necessario per mettere in atto le decisioni. Con l’indicazione di un’autorità ben definita che si occupi dei progetti, specificandone tempi e modi di realizzazione. E va stabilito con nettezza chi deve controllare l’esecuzione e chi deve assumersi la responsabilità di questi progetti. Il piano francese può valere come modello».
Come funziona il piano francese?
«Si potrebbe dire che è un piano estremamente elementare: questo tratto di ferrovia costa tot, i lavori devono essere finiti entro il giorno X, l’autorità sorvegliante è questa e quest’altra è invece l’autorità esecutiva. Per fare questo abbiamo ancora tempo, ma occorre che ci sia un organismo responsabile di tutti questi processi e che sia in collegamento continuo con Bruxelles».
Pages: 1 2