Crisi di governo: uno scontro fra due caratteri. E che caratteri

di MICHELE BRAMBILLA

Qualcuno dice che la crisi, appena cominciata, è già finita. Conte ha lasciato intendere che con Renzi potrebbe ritrovare un accordo, e Renzi ha ricambiato sostenendo di non avere pregiudiziali personali contro il premier. Come finirà non lo sappiamo e al momento non lo possiamo sapere, perché i politici parlano come i medici scrivono le ricette, cioè non lasciano capire nulla, affinché ad intendere siano solo gli iniziati: i farmacisti nel caso dei medici, i frequentatori di corridoi nel caso dei politici. Più chiaro è invece come ci si sia arrivati, a questo punto. Comunque la si voglia rigirare, è soprattutto un duello fra due persone, quindi fra due caratteri. E che caratteri.

Renzi dice che le motivazioni dello strappo sono esclusivamente politiche. Dice che il Paese è bloccato e che il governo, invece di vivere, vivacchia. Su questo non ha torto, anzi ha ragione. Tuttavia, checché ne dicano i suoi protagonisti, anche la politica – come tutte le cose – è questione di personalità.

E di pance. Quella di Renzi non si dà pace dal momento stesso in cui è nato questo governo. È vero che, di questa maggioranza, lo stesso Renzi è la levatrice. Ma, se vi ricordate, già pochi giorni dopo fece venire un mezzo colpo al premier (e pure a Zingaretti, e pure forse al Capo dello Stato) uscendo dal Pd e fondando Italia Viva. Con un gruppo tutto suo, poteva avere libertà di manovra: e ha manovrato.

Poi c’è la pancia di Conte. Come tutte le pance, obbedisce alla vecchia regola secondo la quale l’appettito vien mangiando. All’inizio, lo sconosciuto avvocato sbucato dal nulla si accontentava anche, come si accontenta chi stacca il biglietto vincente della lotteria. Era diventato premier per miracolo, e un miracolato si considerava. Poi però è arrivato il momento in cui ha cominciato a prenderci gusto.

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