Renzi, le chiamate ai suoi parlamentari: «Io sto rischiando l’osso del collo, dovete stare compatti»
A sera il leader di Italia viva fa un bilancio con i suoi più stretti collaboratori: «Abbiamo due o tre incerti, dopodiché aspettiamo le loro prossime mosse». Renzi ostenta calma, ma poi in serata chiede ai suoi collaboratori del Senato di rifare i conti. Bisogna arrivare a 161. Cioè Conte deve arrivare a 161. A quanto gli risulta all’appello ne mancano sei: «È un’operazione ad altissimo rischio per loro, anche perché potrebbero perderne qualcuno per strada». Qualche minuto dopo al Senato si ha notizia di due ex grillini passati con Matteo Salvini.
Renzi si rende conto che la situazione è difficile, che le mosse e contromosse sono tante e che potrebbe scivolare lungo una china da cui rialzarsi diventa poi impossibile. Ma capisce anche che tenere i nervi saldi è l’unica via per evitare il peggio: «Io sono tranquillo, molto tranquillo come sempre in questi casi. Cosa possono farmi di più? Indagare i genitori? Già fatto. Indagano me? Già fatto. Mi rovinano mediaticamente? Già fatto. Perciò se vogliono andare avanti così si accomodino».
Il leader di Italia viva parla con tutti e ascolta tutti in questo finire del primo giorno dopo lo strappo. E riflette ad alta voce: «Anche se riuscissero a fare un governo di responsabili o supposti tali, quanto durerebbero? Tre mesi al massimo». È la sua ennesima scommessa politica. Tra qualche tempo si saprà se ha fatto bene a farla oppure no.
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