Coronavirus, Pfizer da lunedì taglia le forniture dei vaccini. L’ira di Arcuri: «Pronti ad azioni legali»
L’annuncio arriva alle 15.38 di ieri. Senza preavviso, come tutte le cattive notizie. Pfizer, produttore di uno dei due vaccini anti Covid autorizzati finora nell’Unione europea, comunica unilateralmente che da lunedì consegnerà all’Italia il 29% di fiale di vaccino in meno rispetto a quanto stabilito dal contratto. Su 470 mila dosi sono circa 136 mila in meno alla settimana. Un vero guaio. Con tanto di aggravante. Perché è vero che il taglio riguarderà tutti i Paesi europei, mal comune. Ma sarà direttamente la multinazionale Usa a decidere in che modo distribuire «il danno» tra i quasi 300 punti di somministrazione italiani. Nel governo c’è preoccupazione, irritazione.
Qualcuno parla di inaffidabilità, a mezza voce anche di ricatto
Qualcuno parla di inaffidabilità, a mezza voce anche di ricatto. Perché adesso sono a rischio i tempi delle prossime tappe della campagna, sia i richiami sia l’avvio vero e proprio della vaccinazione degli over 80, appena iniziata in alcune regioni. Il commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, anche lui preoccupato e più che irritato, ha risposto a Pfizer. Una lettera ruvida in cui parla di «gravità della comunicazione», di «incredibile tempistica», visto che la prossima fornitura è attesa lunedì. Per poi chiedere «l’immediato ripristino delle quantità da distribuire» riservandosi «ogni eventuale azione in tutte le sedi».
Non è la prima frizione con Pfizer
Un clima da ci vediamo in tribunale, insomma, che rovina la festa per il giorno in cui l’Italia supera la soglia del milione di prime dosi somministrate, con il premier Giuseppe Conte che parla di «numeri incoraggianti» e sottolinea che «siamo i primi in Europa». Non è la prima frizione con Pfizer. Già le consegne precedenti erano arrivate in ritardo. E diversi Paesi sospettavano che l’azienda avesse dirottato parte delle fiale destinate al mercato europeo verso Paesi extra europei, disposti a pagare di più. Stavolta l’azienda dà una spiegazione ufficiale: i lavori di potenziamento dello stabilimento di Puurs, in Belgio, necessari per aumentare la produzione come promesso. Per compensare il ritardo Pfizer promette di usare anche un altro stabilimento, a Marburgo in Germania, e forse anche quelli della concorrente Sanofi in Francia. Credibile? Anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiede a Pfizer di «rispettare il calendario» e dice di aver ricevuto assicurazioni. Ma ricorda anche che i «contratti paralleli a quello con l’Ue sono vietati».
Pages: 1 2