Crisi di governo, Conte e le telefonate ai «costruttori»: da Cesa a Nencini
In aula Conte disegnerà il profilo di una «coalizione per lo sviluppo sostenibile». Un nuovo contenitore, stimato dai sondaggi intorno al 10%, che offra una casa a moderati, liberal-democratici, cattolici, ambientalisti e socialisti, uniti dalla fede europeista e dall’obiettivo di «isolare i sovranisti». Tutti insieme per un nuovo patto di legislatura e, in prospettiva, per un partito che abbia come riferimento Conte. È il messaggio che il capo di gabinetto Alessandro Goracci e gli altri pontieri di Chigi portano tra i marmi e gli stucchi di Palazzo Madama. Superata di botto la diffidenza degli ultimi mesi, Conte ha chiesto aiuto a Franceschini e Zingaretti, al lavoro con telefonate e incontri riservati per pescare dai gruppi di Italia viva i pentiti del renzismo. «Siamo a 161», esultano nella cerchia di Conte. Ma la linea del Pd è raffreddare gli entusiasmi. Il pallottoliere ruota tra 154 e 157, numeri che potrebbero consentire la fiducia a maggioranza semplice, ma non garantirebbero la navigazione del Conte-bis o di un probabile «ter».
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