Conte teme trappole: «O questo governo o le elezioni anticipate. Girerò casa per casa»
Conte, la cui storia politica è solo all’inizio, ha espresso tutte le sue preoccupazioni e Zingaretti e Franceschini lo hanno rassicurato: «La fiducia la prendi, il tema è con quanti voti… Pensiamo a vincere e poi si rafforzerà la maggioranza, dal programma, alla squadra, ai voti in Parlamento». E se tutto va male? Se finisce clamorosamente bocciato, come accadde a Romano Prodi? In virtù del «patto di ferro» che il premier è sicuro di aver stretto con i leader dei partiti, non resterebbe che prepararsi al voto anticipato a giugno. Anche il M5S lo ha rassicurato: «Niente accordi con Renzi, niente governi politici senza di te, niente governi tecnici».
E dunque Conte già studia la sua resurrezione. «Se non prendo la fiducia il governo cadrà in Parlamento, davanti agli occhi degli italiani – ragiona a porte chiuse —. E se a giugno si vota, la vittoria della destra è tutt’altro che scontata. Girerò l’Italia città per città, paesino per paesino…». Il progetto della lista «Insieme» c’è. E se è lecito dubitare che il M5S sia pronto a consegnare una fetta del suo elettorato al nascente partito di Conte, a Palazzo Chigi sono fiduciosi: «Da Di Maio, a Di Battista, a Fico e Taverna, i 5 Stelle non sono mai stati così compatti».
Ma intanto il rischio più concreto è che la crisi si allunghi, con il virus che corre e voti con fondamentali che incombono. Lo scostamento di bilancio da 32 miliardi, per cominciare, dove i 161 sì al Senato sono necessari. «Basta un trappolone parlamentare e andiamo tutti a casa», scuote la testa un dirigente del Pd che ancora consiglia di ricucire con Renzi. Ma questo per Conte è un totem: «Non se ne parla».
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